Domenica, 01 Febbraio 2015 21:21

Prendersela con filosofia...

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Appunti sul rapporto fede-ragione

* La Filosofia, da Socrate in poi, non é una sofia, una dottrina, ma é un tendere verso qualcosa, verso un fine che si intravede ma che si sa che non si raggiungerà mai. Filosofare é un atteggiamento di continua ricerca. Il filosofo non possiede la verità, ma la ricerca. Sono poco filosofi (oltre che antipatici) coloro che possiedono la verità. In questo tendere verso la verità ci può essere comunanza con altre persone.
* Hegel, nella prefazione alla filosofia del diritto, parlando di come deve andare il mondo, afferma che la filosofia arriva sempre tardi (di qui l'immagine della nottola della minerva)! La filosofia non dà regole o prescrizioni, ma é la riflessione: viene dopo l'evento. Non si può vivere di riflessioni: si ammazzerebbe ogni genere di vita perché la riflessione é un fermarsi a riflettere. Tuttavia questa riflessione -filosofia-, benché non costituisce la storia, ma riflette sulla storia già fatta, fa scoprire ciò che vivendo direttamente non si sarebbe scoperto: il sogno di Giacobbe, rappresenta, in un certo qual modo, il risveglio filosofico della riflessione. Il filosofo é colui che dice 'finalmente! ciò era già prima ed io non me ne ero accorto'. Siamo nell'ambito della 'taumasia', la meraviglia degli antichi di fronte alla natura. L'uomo moderno non ha più questo concetto: si meraviglia molto di più di fronte all'evento.

Qual'é il significato della filosofia per la vita?
* La filosofia consiste nel trasformare il vissuto in pensato. Questo vissuto viene trasformato internamento in pensato. Cosa significa? La filosofia é un momento di sosta: contro l'immediatezza del vissuto si pone un momento di sosta. Il nostro pensiero lavora largamente con la capacità di negare l'immediato: il nostro fermarci per pensare nega in qualche modo la vita. Per questo i filosofi non sono buoni manager: chi riflette troppo non prende decisioni. Il filosofo riflettendo prende una certa distanza dal vissuto: si passa dal 'me che vivo' al 'mio vissuto'; la riflessione crea questa rottura.
La filosofia é un arrestarsi, non é semplicemente il vivere. E' un'operazione artificiale, ma molto umana: l'uomo non dovrebbe soltanto lasciarsi vivere, vale a dire vivere l'immediato, (carpe diem), ma dovrebbe accompagnare la sua vita con una presa di coscienza. Il filosofo tematizza questa presa di coscienza: Primum vivere, deinde filosofare.
* Questa distanza può essere utile umanamente ed é utile quando si é troppo presi dal vissuto. Di qui il detto 'prendersela con filosofia': vale a dire 'fermiamoci e guardiamo'.
* Questa distanza ha una funzione critica. Critica non nel senso distruttivo, ma nel senso originario di 'krino', che indica l'opera di discernimento tra il bene e il male, etc.La filosofia critica é anche autocritica: riflettendo anche sulla propria riflessione il filosofo vede i limiti della portata di ciò che pensa. E i limiti derivano dal fatto di essere in una posizione situata. La critica é un atteggiamento di umiltà se é anche autocritica, se cioé porta a conoscere i propri limiti.
* Il fatto di trasformare il vissuto in pensato porta l'universalizzazione. L'assolutamente singolare non possiamo coglierlo e quindi comunicarlo. Nel pensare usiamo categorie di comunicazione che universalizzano il particolare. Si trasforma l'evento, che passa, in esperienza: l'evento sfugge, l'esperienza rimane. Se non si riflette non si ha esperienza (che si ottiene poi applicando il concetto: Kant): il dato diventa esperienza se ad esso si applica il concetto. Kierkegaard affermava che Cristo diventa espresso in questa 'petrificazione' del passante in evento; vale a dire che mi metto a riflettere su un evento che entra nella mia memoria e diventa qualcosa cui potrò far riferimento in seguito.

L'opera della filosofia e l'atteggiamento del cristiano.
* La funzione critica della filosofia é vicina al cristianesimo: il filosofo si avvicina al cristiano per la sua opera critica perché vede la correttezza o meno dei suoi valori. Il cristianesimo deve criticare questo 'sì' a Cristo accettato. Solo che il filosofo fa critica per limitazione, per negazione ("questo no va" etc.): normalmente ciò che dice il filosofo é negativo. Il cristiano fa analoga critica dei valori in virtù di altri valori (Cristo) che relativizzano i valori correnti. La filosofia ha preparato la strada al cristianesimo; cfr At 17 in cui si propone la critica filosofica alla religione greca: a ciò si aggrappa Paolo per inserire il messaggio cristiano.

Un teologo é bravo soltanto se é anche un buon filosofo, cioé se conserva l'habitus filosofico nell'universalizzare l'evento e nel renderlo comunicabile. La comunicabilità può avvenire a un livello superficiale, di dottrina; ma si può comunicare anche secondo il modello socratico, facendo fare delle esperienze: dare una pedagogia che insegna a fare l'esperienza.
Bisogna inoltre riscoprire la dimensione metafisica del vissuto: l'amore, la morte, la verità, il dovere, benché abbiano una dimensione metafisica, non sono vissute come tali. Perciò qui la filosofia ha una funzione propedeutica alla fede: aprendo il campo, la dimensione in cui inserire l'annuncio di fede.

*Non esiste la filosofia ma il filosofo. Contrariamente alle scienze, che sono anonime e valgono universalmente, in filosofia nessuno può avere il pensiero dell'altro; non per niente le filosofie portano sempre un nome proprio(platonismo, hegelismo, kantismo, etc.). Ogni pensiero filosofico é un pensiero personalizzato. Il pensiero universalizza non genericamente, ma diventa universale e nella sua concretezza é comunicabile, ma non é una moneta che si lascia trasmettere. Socrate non ha mai insegnato, ma ha formato delle personalità: si stava con lui!
Questo orientarsi del filosofo verso la verità é permanente in quanto personalizzato ed é qualcosa per cui si può morire: Giordano Bruno, Socrate. E' così legata alla persona che si ha qualcosa di assoluto: e ciò costituisce la permanenza per sempre.
Per la filosofia si muore perché nella coscienza c'é una verità più alta che mi tiene a tal punto che non posso scappare da essa anche a costo della vita. Chi ha la verità, non muore per essa, ma uccide gli altri in nome suo!
Per far fruttificare la filosofia nella vita bisogna andare ai filosofi, non alle dottrine, e scoprire la personalità del filosofo, la sua dimensione sapienziale: é in questa saggezza (generalmente la si ritrova nelle 'opere minori') che si esprime il filosofo. Per la nostra vita, infatti, l'esperienza di altri é un aiuto per l'assimilazione del vissuto.

mimì santomauro


Note bibliografiche:

Balthasar, Filosofia, Cristianesimo e monachesimo in Verbum Caro

Tilliette, I filosofi e Gesù Cristo.

Ultima modifica il Sabato, 27 Agosto 2016 20:16
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