Venerdì, 30 Gennaio 2015 14:26

Lettera a Gesù Bambino

Scritto da

Omelia del 24 dicembre 2007

Oppido Lucano 24 dicembre 2007

Caro Gesù,

Anche io sento l’esigenza di scrivere a te. Quando ero bambino lo facevo sempre e mettevo la mia letterina sotto la tovaglia della tavola, in corrispondenza del piatto di papà. Per tutta la cena pensavo sempre a quello che vi era scritto e poi non vedevo l’ora di poterla leggere soprattutto per far ascoltare ai miei non tanto i miei propositi, quanto i miei desideri, che in fondo tu conoscevi già molto bene.

Ora mi dicono che sono diventato grande. Non mi pare vero: ho i miei anni e sinceramente non mi vergogno di dire che mi sento più a mio agio pensandomi ancora piccolo e non considerando il mio ruolo e le mie responsabilità. Per questo ho deciso di scriverti.

Sai una cosa? Più vado avanti nel tempo e più mi rendo conto che con la tua nascita, con il tuo essere bambino hai messo fuori gioco il mondo dei grandi, dei sapienti, di quelli che se la tirano.

Un Dio bambino è davvero una trovata geniale: che solo Tu potevi inventare!

Sei straordinario, o mio Dio: nascendo bimbo ci hai fatto capire sin da subito dove batte il tuo cuore.

Hai detto definitivamente di voler condividere in tutto e per tutto la nostra umanità. Un bimbo è piccolo, indifeso, incapace di vivere da solo. Molti grandi ti presentano come giudice severo con tanto di ciglia arrotondate, con le rughe sul volto, pronto a emettere sentenze. Non ci sto, caro Gesù Bambino. Per me sei sempre un Dio povero, indifeso: anche tu hai avuto bisogno del calore dell’amore per andare avanti. E tu povero bimbo, sei stato accolto e riconosciuto da poveri. Ora capisco perché mi piace pensarmi bambino: è la condizione ideale per poterti riconoscere e sentirti vicino.

Caro Gesù, aiutami a non aver vergogna del bambino che ancora sono; anzi: fammi restare sempre tale! I grandi fanno ragionamenti lunghi e difficili e gareggiano nel rendere complicate tutte le cose. Il bambino invece è semplice, diretto. Conosce poche parole e compie pochi gesti. Solo le cose essenziali e quelle vere vere. Impara a dire “mamma”, “papà” e poi è un campione nell’abbracciare e nel sorridere. Non c’è al mondo niente di più grande di un abbraccio e di un sorriso di un bimbo: hai voluto essere bimbo per abbracciarci e sorridere e così insegnarci che questi sono i gesti più umani che non dobbiamo mai dimenticare. Sai un mio desiderio? Alla fine della mia vita vorrei che si presentasse dinanzi a te la mia anima rivestita del mio corpo di bambino per poterti restituire solo un sorriso e un abbraccio e dirti con voce chiara e distinta tutta la gratitudine per la compagnia che ci fai. Aiutami, Signore, a guardare il mondo sempre con gli occhi trasparenti di un bambino e donami un cuore capace di abbracciare, di sorridere e di piangere.

La mia povertà, tu Signore, la conosci tutta: ho bisogno che ora tu ti prenda cura di me aiutandomi a fare chiarezza nella mia vita. Sai, molte volte rifletto sul fatto che solo i pastori hanno saputo ascoltare il canto degli angeli e si sono indirizzati verso la capanna di Betlemme offrendoti la loro meraviglia. Tu sei rimasto contento, vero? Anche io, come i pastori, vorrei essere aiutato a capire il canto degli angeli e indirizzare i miei passi per andare incontro a te che giaci bambino povero e indifeso ancora oggi e offrirti quel che posso.

E poi, nascendo bambino, hai detto di aver bisogno di tutto per crescere. Non ci posso credere! Ti affidi completamente a noi. Se è vero che ogni giorno è Natale ciò significa che tutti i giorni ti metti in gioco e ti affidi alla nostra responsabilità o irresponsabilità. E’ come una inversione di ruoli. Tu creatore che ti fidi di noi tue creature... Che bello Signore pensare che tu continui a darci fiducia e ti metti nelle braccia di poveri peccatori. Noi di fronte ai nostri limiti ci scoraggiamo e di fronte ai limiti degli altri diventiamo facilmente severi. Tu invece non ti arrendi e continui a sorriderci e a incoraggiarci e a dire che ti fidi di noi. Ti prego, aiutaci tu stesso e dacci la forza di credere di più in noi e nelle nostre possibilità.

Mi hanno sempre fatto capire che non bisogna stressare troppo i bimbi. Scusami se esagero, ma vorrei farti delle richieste. Vedi, in questi giorni ti incontrerai con tante persone che si fermeranno davanti al presepe o qui in chiesa o nelle case o nel silenzio del loro cuore. Tu conosci tutti per nome… beato te… io non ci riesco! Però mi passano davanti agli occhi volti e situazioni che a te sono noti. Sono i volti dei bambini, dei ragazzi, dei giovani, dei fidanzati, delle nuove coppie, di chi è sposato civilmente, di chi vive da solo, degli anziani, degli ammalati, degli indifferenti. A tutti Signore, dona uno sguardo di tenerezza e un dolce sorriso; fa che tutti si sentano da te amati e profondamente coccolati.

Perdonami, Signore: sono un cristiano di lunga data e mi sento male perchè non ho avuto tempo per confezionarti un regalo. Mi presento dinanzi a te a mani vuote! Ti lascio semplicemente nel presepe una scatola vuota anche a nome di tutta la comunità. Non pensare che sia priva di contenuto. In essa troverai, a ben cercare, il nostro amabilissimo saluto, le nostre pene, i nostri dispiaceri, le nostre gioie effimere, assai brevi… i nostri sogni… quel che poteva essere e non fu e quel che fu e non tornerà. Vi troverai, a ben cercare, un variegato campionario di un’umanità che, in fondo, tu conosci bene. Non deludere, trovale queste cose: è tutto il nostro mondo! Te lo affidiamo, tienilo ben caro.

Buon Natale anche a Te Gesù, continua a non stancarti di volerci bene e fa che non ci vergogniamo di prenderti tra le braccia e stringerti dolcemente sul nostro cuore. E se dovessi scorgere una lacrima silenziosa, non ci far caso: è la tenerezza del tuo sorriso che fa vibrare le pareti del nostro povero cuore.

Grazie perché ci sei!

mimì

Ultima modifica il Venerdì, 30 Gennaio 2015 15:30
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