Martedì, 20 Gennaio 2015 12:58

L'icona della Madre di Dio

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Il volto della Vergine, leggermente reclinato, appare mesto, quasi triste pur ricevendo l’abbraccio del suo divin Figlio.

Questo particolare atteggiamento inspiegabile agli occhi umani e sentimentali, ha in realtà una serie di significati spirituali.

Si dice nell’Evangelo di Luca che Simeone li benedisse e parlò a Maria sua madre: “Egli è qui per la rovina e la resurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada traferà l’anima” e poco dopo lo stesso Evangelista conclude la narrazione dell’infanzia del Signore con queste parole: “e sua Madre serbava tutte queste cose nel suo cuore”.

Origene ci spiega in che cosa sarebbe consistita la trafittura dell’anima della Madre di Dio: “Proprio questo è quanto profetizza ora Simeone dicendo: ‘E la tua anima’ - di te che sai di aver partorito senza intervento di uomo, in stato di verginità, di te che hai udito da Gabriele le parole: ‘Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra’ - sarà trafitta dalla spada dell’infedeltà, sarà ferita dalla punta aguzza del dubbio. Pensieri contraddittori ti dilanieranno, quando vedrai che Colui che tu avevi sentito chiamare Figlio di Dio e sapevi essere nato senza intervento di seme di uomo, è crocifisso, sta per morire, tormentato dai supplizi degli uomini, e che, infine, piange e si lamenta dicendo: ‘Padre, se è possibile passi questo calice da me’. Perciò ‘una spada trafiggerà la tua anima”’.

Il volto della Vergine è allora il volto di una madre ed i suoi grandi occhi sono aperti sull’infinito, sull’infinito spirituale del cuore materno entro cui noi ci immergiamo. La sofferenza di una madre, delle madri, che in lei si sono per secoli immedesimate.

Il suo volto è triste, perché è riflesso in lei ciascun uomo, che si sente turbato e confuso, di fronte a tanto amore da parte del Signore.

La mano della Vergine

Nell’icona la Madre di Dio con la mano sinistra indica il Bambino. Anche questo gesto ha simbolicamente due significati.

Ella indica, infatti, il Divin Figlio come la via da seguire, Colui al quale conviene rivolgersi. E insomma il gesto dell’Odigitria, Colei che indica il cammino. Come alle nozze di Cana ci rivolge un invito e al tempo stesso un comando: “Fate quello che vi dirà” 

Questo gesto, tuttavia, è tipico delle immagini dove la Vergine intercede presso il Cristo giudice. Ha quindi anche il significato di interceditrice. 

I Padri della Chiesa e i testi liturgici usano molto il termine parrhisia, cioè libertà di parlare con certezza di ottenere, e alla Madre di Dio è stata data quella libertà, quella confidenza materna presso il trono del Signore, essa in questo modo ristabilisce quella confidenza nel colloquio di Dio con l’uomo, interrotto col peccato.

Le stelle del manto

La Vergine nell’icona è raffigurata con tre stelle sul maforion, una sulla testa ed una su ciascuna delle spalle: sono il segno della Santificazione della Trinità, quale Madre di Dio. Ella, infatti, era Vergine, prima del parto; fu Vergine durante il parto, e rimase Vergine dopo il parto, sola sempre Vergine nello spirito, nell’anima e nel corpo. Dio era, infatti, Colui che da lei nacque, perciò la natura mutò il suo corso.

Questo significato delle tre stelle è quello comunemente accettato, a nostro awiso, tuttavia, ve n’è ancora un altro che non soppianta il primo, lo arricchisce: la posizione delle tre stelle stanno a simboleggiare la croce.

Il gesto di tenerezza del Bambino trova la spiegazione, infatti, nelle parole di Paolo: Gesù Cristo ‘pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua eguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce”.

“Vinto dalle mie viscere, Io, che sono misericordioso, sono accorso verso la creatura mia porgendo le mani per abbracciarti. Non provare dunque vergogna avanti a me’’.

Ecco allora la Vergine col suo gesto ci invita ad alzare gli occhi verso il Datore di Vita, ‘perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui

Il volto del bambino

Abbiamo già fatto notare come il volto del Bambino sia serio, non di quella serietà, tuttavia, che fa trasparire severità o maestà, ma di quella serietà che rivela sicurezza. Egli, infatti, vuole trasmettere alla sua creatura sicurezza e fiducia in Lui.

L’abilità dell’iconografo sta proprio in questa finezza che è riuscito a trasfondere nella rappresentazione: la profondità dell’espressione dei due volti che si incontrano, dove quello della Vergine manifesta il turbamento e la confusione del creato e delle creature davanti al loro Creatore: “volontariamente incarnatosi, egli non ha abbandonato la dimora celcste. Timore e gioia lo accompagnano, nel grembo e tra le braccia della Madre”.

Ed il volto dolce e sicuro del Creatore che rassicura, che conforta: “non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno”.

L’icona, allora, trabocca dell’amore del Signore per noi e, pur sembrando la rappresentazione mariana per eccellenza, è, in realtà, una immagine cristologica, perché Maria è la via che porta a Cristo.

 

Ultima modifica il Sabato, 27 Agosto 2016 19:33
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