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Martedì, 20 Gennaio 2015 12:54

L'icona della Trinità di Rublev

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Un capolavoro di rara profondità teologica, di bellezza incomparabile e di finissima ricchezza di simboli.

Le icone sono per la preghiera: hanno un messaggio profondo e in esauribile. Sono una “finestra sull’eternità”

* I colori: il blu indica la divinità e le verità eterne. E’ diffuso a tutti e tre gli angeli. L’angelo di sinistra, nel quale riconosciamo Dio Padre, porta la tunica color blu, che però è quasi totalmente coperta dal manto regale. “Dio nessuno l’ha mai visto”, per questo l’angelo centrale, nel quale riconosciamo il Figlio, porta un manto blu: “il Figlio… lo ha rivelato”. Anche l’angelo di destra, nel quale riconosciamo Dio Spirito Santo, pur vestendo di blu solo la tunica, ne mostra però in abbondanza, perchè il suo vero ruolo è di “far ricordare le parole e di far comprendere”.

* L’angelo Dio Padre

Siede con solennità sul trono. Lo sguardo e il gesto della sua destra hanno un qualcosa di imperativo. Anche il vestito regale (oro e rosa: colori di alta classe) proclama che lui è l’origine della divinità e la sorgente della vita.

Della tunica blu è visibile soltanto un angolo.

* L’angelo Dio-Figlio

E’ l’angelo al centro ed è la Parola dell’eterno Padre.

Il rosso intenso della sua tunica richiama la porpora degli imperatori bizantini, ma soprattutto l’amore prontissimo della sua obbedienza fino alla morte. 

La tunica rossa richiama anche Isaia 63,2 “Ma perchè i tuoi vestiti sono rossi come quelli di chi pigia l’uva nel tino? Infatti ho lavorato al tino e da solo, nessun popolo mi ha aiutato. Ho pigiato le nazioni… il loro sangue è sprizzato sulle mie vesti e ne sono rimaste tutte macchiate”.

 Il manto blu proclama che in Gesù il Padre si è rivelato e si è fatto comprensibile anche ai nostri sensi.

Viene sottolineato il cristocentrismo: il suo capo si inchina verso il Padre; il resto del corpo è rivolto verso lo SS.

* L’angelo Dio-Spirito Santo.

E’ in un atteggiamento di dedizione senza riserve, di infinita arrendevolezza e devozione. Il suo volto esprime consolazione e prontezza a collaborare. Lo SS ostenta largamente il blu perchè è suo ruolo far comprendere. Il verde del mantello parla dell’azione dello SS: che dà la vita e rinnova la faccia della terra.

* Il piatto è al centro del movimento circolare: Cristo vittima per l’umanità è il culmine della rivelazione del disegno trinitario: l’amore a tutti i costi.

* Il bastone da pellegrino, che ogni angelo stringe in mano, parla di questo movimento di salvezza. Dio si è fatto pellegrino in cerca dell’uomo peccatore. L’iniziativa di tutto è di Dio.

Dio cerca l’uomo! Non è l’uomo bisognoso che annaspa nel buio in cerca di Dio! Soltanto il Figlio diventa uomo; ma il piano è di tutti e tre, e ognuno di essi vi ha una parte specifica. I Tre sono qui in dialogo per esprimere questa storia d’amore.

Dio Padre non può permettere che l’umanità resti nelle tenebre del peccato e nell’ombra della morte. Egli vuole tutti salvi e radunati nella casa paterna. Quella mano che indica il calice illumina con chiarezza e fermezza il suo piano.

Padre e Figlio si accordano. E’ allo stesso tempo comando e invito; ma anche espressione dell’amore più grande. Il Figlio dovrà essere il sacrificio. Il Figlio lo capisce. Il capo accenna un inchino in completo accordo. Il braccio pesantemente poggiato sul tavolo e l’espressione del volto dicono che egli sa bene il prezzo del suo compito. Il bastone un po’ pendente verso lo SS, è come la richiesta di aiuto.

Figlio e SS sono in piena collaborazione. Anche lo SS si fa silenzioso e melanconico, ma è tutto con lui, per questa missione.

L’albero della vita attuerà la redenzione. E’ la croce. Già sembra pronto a inchinarsi sulle spalle del Figlio, per accoglierlo! L’opera della salvezza sarà una realtà di sangue, e non sangue di animale sacrificato, bensì sangue divino, di Cristo, che lo verserà una volta per sempre; e grazie a lui tutti saranno salvi (Ebr 9,28).

I tre commensali lasciano libero un lato della mensa. Questo posto vuoto è la vocazione umana: Dio ha creato l’uomo e l’ha redento per chiamarlo nella sua gioia e farlo partecipare alla sua vita.

Non  c’è che un solo accesso a questa comunità: quello del calvario. Nella comunione trinitaria si entra purificati dall’amore e dal dono di sè, come i martiri testimoniano. Non siamo passivi e muti spettatori nel piano della salvezza, ma parte viva del dialogo divino. E noi ci investiamo della missione di testimoni, fino ai confini della terra.

Ultima modifica il Sabato, 27 Agosto 2016 19:33
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