Sabato, 28 Agosto 2021 19:41

L'arrivo di padre Pio a San Giovanni Rotondo

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meditazione del mese di agosto

Da una testimonianza di padre Marcellino Iasenza Niro

E’ questo il luogo dove tanti figli hanno visto la luce dello spirito, scelto da Dio, perché il suo servo, padre Pio, vi operasse. Quando egli vi giunse nel 1916, la strada che conduceva al convento era solo un sentiero.

Nel romitorio dedicato alla Madonna delle Grazie i frati vi erano tornati nel 1909, pochi anni prima che arrivasse padre Pio.

Un giorno padre Bernardo Masone da Pietrelcina, primo superiore del riaperto convento, scese in paese ed entrò nel piccolo negozio di merceria di Rachelina Russo e parlò delle condizioni misere del convento. Da quel momento questa donna si interessò dei figli di san Francesco e divenne la loro benefattrice.

Rachelina, occhi chiari, limpidi e il tratto dei puri di cuore, era una donna di fede. Considerata e chiamata la procuratrice del convento faceva le spese e le provviste per i frati, tutto per amor di Dio. Donna semplice e umile fu lei la via della Provvidenza per la quale P. Pio giunse sul Gargano.

Zia Rachelina – così la chiamavamo – aveva sentito parlare di un frate santo, che era a Foggia e volle conoscerlo. Nell’estate del 1916 lei, con una nipote, si recò al convento di Sant’Anna di Foggia, per incontrare quel giovane sacerdote.

Il padre guardiano non potè soddisfare il suo desiderio. Salito nella camera del Santo, lo aveva trovato a letto con 40° di febbre.

Dopo qualche giorno zia Rachelina, sempre accompagnata dalla nipote, era di nuovo a Foggia. Entrò in chiesa mentre P. Pio era sull’altare a celebrare la santa messa. Durava a lungo la celebrazione eucaristica, perché interrotta da estasi.

Terminato il santo sacrificio, P. Pio rientrò in sacrestia e a p. Nazareno, che lo aiutava a togliersi i paramenti sacri, disse: “In chiesa c’è Rachelina di San Giovanni Rotondo. Fammela venire”. Il padre guardiano si diresse verso le donne e chiese incuriosito: “Chi ha detto a P. Pio che tu sei Rachelina? Quando l’hai visto?”

La poveretta rimase sorpresa e non sapeva che cosa rispondere: non aveva mai visto il santo frate, né tanto meno aveva potuto incontrarlo per qualche colloquio.

Accompagnata, entrò in sacrestia e così lo conobbe. Fin da quel primo incontro -dice lei- il Padre le diede direttive per il progresso della sua anima.

Zia Rachelina ritornò a Foggia più di una volta per incontrare P. Pio. Soffriva egli l’aria calda e afosa del Tavoliere. Anche la celebrazione della santa messa, delizia della sua anima, diventava un tormento. A volte il Padre si accasciava sull’altare e poteva a fatica continuare la celebrazione.

Un giorno questa cara creatura, vedendolo sofferente in quell’estate torrida, gli disse:” Tu devi venire a San Giovanni Rotondo, lì l’aria è buona. Mi dicono che qui non stai bene. Devi venire da noi”.

Dopo il colloquio con il Padre zia Rachelina chiamò p. Nazareno e gli disse: “Fallo venire a San Giovanni Rotondo quel ragazzo. Lì l’aria è buona”.

“Pagate voi il viaggio? Noi soldi per la corriera non ne abbiamo”, rispose tra lo scherzo e la verità il p. guardiano. Alla risposta affermativa si cominciò veramente a pensare a una breve vacanza per P. Pio sul Gargano e il 28 luglio 1916 egli salì per la prima volta a San Giovanni e ci rimase circa una settimana.

Tornato a Foggia, il Padre in data 13 agosto scrisse a p. Benedetto, superiore provinciale:

”Il caldo, che non accenna a diminuire mi va sempre più estenuando… Ora vengo a chiedervi una carità… in quanto che Gesù mi costringe. La carità è di mandarmi a passare un po’ di tempo in San Giovanni Rotondo, dove Gesù mi assicura che starò meglio”.

L’obbedienza gli sarà concessa il 28 agosto 1916, ma il santo giungerà sulla salubre collina garganica solo il 4 settembre. Doveva rimanere lì “provvisoriamente”, il Signore lo fissò sul monte per oltre 50 anni, fino alla morte.

Zia Rachelina si mise a disposizione del Padre. Sapendo che non riusciva a mangiare cercava di preparargli qualcosa di delicato e a lui gradita.

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