Da una lettera di Padre Pio a una figlia spirituale.
Mia carissima figliuola,
Gesù ti sorrida sempre e sia il Re
del tuo cuore, come di tutti quelli
che desiderano amarlo in verità!
Ricevo la tua ultima e godo immensamente nel sentire che
il Signore è sempre prodigo delle
sue carezze con la tua anima.
E’ ottima cosa l’aspirare a una estrema perfezione nella vita cristiana, rimettendo l’esito del tuo desiderio alla divina Provvidenza e abbandonandoti nelle sue paterne braccia,
come un fanciullo, il quale per crescere mangia ogni giorno ciò che suo padre gli appresta, sperando che non gli farà mancare il cibo a proporzione
del suo appetito e della sua necessità.
Non dubitare della mia povera,
ma pure assidua preghiera per te.
Io non ho cessato mai né cesserò di pregare il dolcissimo Iddio per te, acciocchè a Lui piaccia compiere in te la sua santa opera , cioè il buon desiderio e disegno di arrivare alla perfezione della vita cristiana: desiderio che tu devi amare, nutrire con tenerezza nel tuo cuore, come un’opera dello Spirito Santo e una scintilla
del Suo fuoco divino.
Narrasi che a Roma vi è un albero
che sia stato piantato dal patriarca
san Domenico, ogni fedele va a vederlo, accarezzandolo per amore
di colui che lo piantò e, per questo, avendo visto in te l’albero del desiderio della santità che Dio ha piantato nell’anima tua, io l’amo teneramente e sento piacere nel considerarlo.
Quindi ti esorto, o mia brava figliuola, a fare lo stesso anche tu e a dire assieme con me: “Dio ti faccia crescere, o bell’albero piantato, divina semenza celeste; voglia Iddio farti produrre il tuo frutto a maturità e, quando l’avrai prodotto, piaccia a Dio di preservarti dal molesto vento,
il quale fa cadere i frutti in terra, dove le bestie indiscrete li vanno a divorare”.
Mia diletta figliuola, questo desiderio deve essere in te come gli aranci della riviera di Genova, i quali sono quasi tutto l’anno carichi di frutta, di fiori e di foglie insieme, perché il tuo desiderio deve sempre fruttificare nelle occasioni che si presentano, effettuandone qualche parte ogni giorno, e questi desideri sono i fiori dell’albero del tuo intento, le foglie saranno le frequenti ricognizioni della tua debolezza la quale conserva e le buone opere e i buoni desideri.
Ti benedico e ti saluto di cuore e sono senza fine il tuo umile servitore della tua anima.
P. Pio