Benedetto il cantiere del Nuovo Complesso Parrocchiale
Scritto da Domenico Santomauro
Iniziati i lavori per la nuova chiesa, locali per la pastorale e piazza antistante.
Giovedì 28 gennaio l’arcivescovo di Acerenza, mons. Francesco Sirufo, ha benedetto il cantiere per la realizzazione del nuovo complesso parrocchiale.
Un evento atteso da tempo e da tanti e pur sempre occasione per ravvivare sogni e tenacia come anche tanta voglia di polemizzare ricorrendo alla strumentalizzazione di dati e alla disinformazione.
Abbiamo sempre sul sito della parrocchia pubblicato quanto si andava realizzando fedeli al principio della trasparenza e del coinvolgimento delle parti, data la particolare natura di un progetto nato con la pretesa sia di rispondere al bisogno di una comunità di avere un luogo di culto “aggiornato” ai tempi e alla nuova configurazione urbanistica di Oppido e nello stesso tempo in grado di “restituire” in termini di soluzioni urbanistiche un centro per la collettività nel massimo rispetto degli impegni assunti con il Comune di Oppido in merito alla realizzazione di un ampio spazio destinato alla fruizione dei cittadini che sarà realizzato e messo a disposizione della comunità interamente riqualificato e con finalità pubblica. Il tutto emerge chiaramente dal Permesso a costruire rilasciato recentemente dal Comune di Oppido.
Questi i momenti salienti.
Come primo passo si decide di costituire un Laboratorio di idee funzionale a costruire il percorso e segnarne le coordinate. Sono stati invitati a partecipare esponenti della società civile (Antonio Calabrese, Bettino De Luca, Bettino Grimaldi, Domenico Martino, Donato Fidanza, Donato Grieco, Eufemia Frisi, Gaetano Palumbo, Maria Giannone, Giuseppe De Bonis, Maria assunta Pepe, Maria Blasi, Maria Ramunno, Michelangelo di Nisi, Nico De Luca, Nicola Corbo, Nicola Pepe, Rocco Basilio, Rosalba Fidanza, Salvatore Lioi, Sergio Americano) e l'Amministrazione comunale. Agli atti risulta l’invito rivolto sempre all’amministrazione comunale così come l’attiva partecipazione di membri della Giunta comunale (Gerardo Tiri, Michele Gioiello, Samanta Lioi) soprattutto nella fase di redazione del “Documento Preliminare di progettazione” che costituisce il vero progetto cui poi i tecnici si sarebbero dovuti adeguare.
Appena redatto, questo documento viene pubblicato e si parte con l’organizzazione di un concorso nazionale sotto la supervisione dell’Ufficio Nazionale per l’Edilizia di Culto della CEI. Non abbiamo voluto scegliere il progettista amico o della porta accanto, ma proprio per la sfida costituita dalla realizzazione una tantum di un edificio di culto si decide un “concorso nazionale”!
Il laboratorio di idee valutate le candidature decide di invitare gruppi originari di Oppido, della Basilicata e rappresentanti dell'intera Nazione. Il concorso termina con la scelta del progetto vincitore: un raggruppamento capitanato da Isolarchitetti srl di Torino.
Tutti i progetti elaborati vengono esposti al pubblico nella casa canonica e pubblicati sul sito della parrocchia. ( e lo sono ancora) Nessun membro della comunità rileva discrepanze tra i progetti presentati e lo spirito e la lettera del Documento preliminare di progettazione redatto dal Laboratorio di idee.
Si passa quindi, sempre come laboratorio di idee, alla definizione degli aspetti finanziari legati ormai alla realizzazione dell’opera.
La CEI fa presente che essendo stato accordato già un finanziamento per la casa canonica di via Cervellino, non ammetterà a contributo la parte da destinare a nuova casa canonica. Tale corpo di fabbrica sarà quindi a totale carico della diocesi/parrocchia. Supportati da Antonio Calabrese si decide di interpellare l’Agenzia delle Entrate sulla possibilità di fruire del bonus sisma in quanto parrocchia. La risposta positiva arriva dalla sede centrale di Roma e allora si decide di chiedere al gruppo di progettazione di dividere il progetto vincitore del concorso in due lotti al fine di tenere distinte le due fonti di finanziamento: un lotto 1 riguardante la realizzazione della chiesa, dei locali di pastorale e del piazzale pubblico antistante e un lotto 2 riguardante lo spazio destinato a canonica e a verde pubblico. E' in corso presso l'Ufficio tecnico del Comune di Oppido l'istruttoria per il rilascio del Pdc del lotto 2.
Nella redazione del progetto definitivo l’interlocuzione con l’amministrazione comunale non si è mai interrotta e tutte le osservazioni sono state valutate con attenzione dal gruppo di progettazione, chiamato comunque a non stravolgere il progetto risultato vincitore di un concorso nazionale.
L’elaborazione del progetto esecutivo viene ad evidenziare il costo totale dell’opera pari a poco meno di 4 milioni di euro. Essendo la struttura e le opere accessorie tutte finalizzate alla fruizione pubblica (una chiesa è per tutti, così come anche gli spazi per la pastorale…) e dato anche il considerevole costo della piazza antistante (circa settecentomila euro) che occupa da sola più superficie dei corpi di fabbrica, oltre a tutte le altre aree a verde pubblico, la Cei chiede garanzie alla Diocesi.
La Diocesi, sentito il Consiglio diocesano per gli affari economici e il Collegio dei Consultori, garantisce la copertura finanziaria della parte eccedente il contributo CEI e così il Presidente card. Bassetti firma il decreto di assegnazione dei fondi per la realizzazione del complesso parrocchiale di Oppido per l’intera superficie assegnata dal Comune di Oppido (5.000 mq).
Il bando di gara per l’assegnazione dei lavori è stato riservato alle sole ditte di Oppido Lucano e ne è risultata aggiudicataria la ditta Tala.
Certo, spiace assistere alla strumentalizzazione della buona fede e alla disinformazione funzionale unicamente a diffamare quanti in tutti questi anni hanno solo consumato energie e tempo per la realizzazione di un “bene comune”. Consola la consapevolezza di non aver mai agito custodendo un segreto desiderio di vantaggio personale e tantomeno nessuno si è permesso di usare questa opportunità per “acquistare” la simpatia di chicchessia con false promesse. A gestire in fondo il tutto è la parrocchia, cui tutti si appartiene con eguali diritti e doveri. E il segreto della forza sta nella coscienza di sapersi destinati a rendere conto un giorno al buon Dio di come si è esercitata la responsabilità verso cose e persone sulla faccia della terra.
Siamo però mortali, umani. E un’opera del genere in una piccola comunità è chiaro che si presta ad essere strumentalizzata per fini indicibili. Credo fermamente che il bene può essere osteggiato e avversato e persino calpestato ma… i progetti nostri non sono i progetti di Dio e i tempi nostri non sono i tempi di Dio. Fare la chiesa rinvia all’ESSERE CHIESA: e questo è un atto insieme di coraggio e di fede. La diversità di vedute arricchisce e fa crescere, l’astio e la malafede dividono: e chi divide uccide sia il presente sia il futuro rinnegando il passato. A chi giova?