Giovedì, 22 Ottobre 2020 19:39

Il timore di offendere Dio

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Meditazione per il mese di ottobre

 

Dalle lettere di Padre Pio al suo direttore spirituale.

“Il pensiero che in ogni istante posso perdere Gesù mi dà un affanno che non so spiegarlo; solo quell’anima che ama sinceramente Gesù potrà saperlo.

Il nemico, non bisogna illuderci, è fortissimo, se non si vuole arrendersi.

L’anima ne comprende, alla luce che Iddio in lei infonde, tutto il pericolo che corre, se non sta sempre all’erta.

Il pensiero di perdere il tutto con una possibile caduta fa tremare la povera anima come canna esposta al vento.

Quanto poi soffro, padre, nel vedere che Gesù non solo non viene curato dagli uomini, ma quello che è peggio anche insultato, e più di tutto con quelle orrende bestemmie.

Vorrei morire o almeno divenir sordo, anziché sentire tanti insulti che gli uomini fanno a Dio.

Io ho fatto al Signore la seguente preghiera: Signore, fatemi morire anziché trovarmi presente a coloro nell’atto che vi offendono!

O Dio, se tutti conoscessero, la vostra severità, al pari della vostra dolcezza, quale creatura sarebbe così stolta che oserebbe offendervi?

Se dunque scorgesse che io stessi

in pericolo per l’anima mia, mi aiuti

se non vuole vedermi ridurre in cenere di peccati, perché l’anima la voglio salvare ad ogni costo, e Dio non voglio proprio più offenderlo.

Padre mio, le torno a ripetere che preferirei mille volte la morte, anziché determinarmi a offendere un Dio sì buono. Farei volentieri in una sola volta, se fosse in mia potestà, un fascio di tutte le mie cattive inclinazioni per porgerlo a Gesù, affinchè si degnasse col fuoco del suo divino amore a tutte consumarle.

Ma viva sempre la misericordia di Gesù! Il confessore mi assicura che al più ho peccato venialmente; ma che mi importa, se in ogni modo ho fatto piangere Gesù?

E se a Gesù dispiace sommamente l’offesa che gli vien fatta da ogni fedele, molto più gli dispiace l’offesa fattagli da un sacerdote.

Glielo dico a Gesù che non voglio fare più peccati; ma se Lui non sostiene la mia debolezza, alla prima occasione mi dimostrerò quale sempre sono stato.

Povero Gesù, da me nuovamente offeso! Ma quanto so e posso,voglio pentirmene. Sebbene spero nella divina misericordia di Gesù, padre mio, tremo e tremo assai.

Per questo ho pianto in silenzio, ma sono state lacrime di dolore e nello stesso tempo di una grande felicità per me. Intanto Gesù stesso è sempre con me e non si vergogna di esservi ancora, poiché Egli continua a manifestarsi in me con tutti gli splendori del suo Cuore, con la prodigiosa espansione del suo amore paterno”.

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