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Venerdì, 27 Marzo 2020 11:04

In tempo di disgrazie: pregare Dio, tacere o ostentare se stessi?

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Il primato del pudore e della vita interiore, vera forza del vivente in ogni stagione della vita.

E’ possibile pregare quando le cose vanno male? E’ possibile pregare quando tutto sembra crollare? Ma cosa significa pregare, e come pregare?

Spesso la gente chiede al prete di pregare… tanto è il suo mestiere…

Le immagini poi non aiutano. Soprattutto nei periodi di crisi come quello che stiamo vivendo spesso vediamo i preti, i vescovi, quando celebrano da soli: quasi fossero gli unici a tener viva la tradizione della preghiera.

Si corre poi anche il grande rischio di snaturare il senso stesso della preghiera della chiesa quando la presidenza è assunta dall'autorità pubblica; una comunità orante è sempre presieduta dal ministro ordinato che ha tra i suoi compiti caratterizzanti proprio quello di guidare l'azione sacra; solo in sua assenza la guida della preghiera comunitaria può essere assunta da un altro soggetto di provata fede. Unicuique suum... dicevano gli antichi. Che tradotto significa: ad ognuno il suo...  E qualcuno laicamente aggiungerebbe: sutor, ne ultra crepidam!

DSC 0049Nella Bibbia tante volte Dio si lamenta della preghiera vuota, insignificante, fatta solo per farsi vedere dagli altri. "Questa gente mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me..." commenta amareggiato il buon Dio.

Persino Gesù nel suo primo grande discorso richiama la dimensione del valore assoluto della vita spirituale, dell’interiorità, del pudore. Quando digiunate, quando fate l’elemosina, quando pregate, non fate come i pagani che fanno queste cose per farsi vedere; voi profumatevi il capo, non sappia la tua destra cosa fa la tua sinistra, ritirati nel segreto del tuo cuore. E conclude sempre: il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà!

Sarebbe interessante ripercorrere la vita di preghiera del vasto campionario di personaggi biblici per cogliere gli aspetti caratterizzanti la preghiera cristiana, a cominciare da Abramo…

Ritengo opportuno offrire solo alcuni spunti di riflessione sulla preghiera, lasciando poi alle parole del cardinal Martini la forza di mostrarci la preghiera del credente in tempo di sofferenza in un prossimo articolo.

Anzitutto una considerazione banale. Il ruolo del sacerdote è quello di presiedere la preghiera della Chiesa. Non la sostituisce. A pregare è il corpo della chiesa. Sapete perché tutte le preghiere si concludono con “Amen”? E’ il “sì, sono d’accordo” del popolo alle parole proferite a nome di tutti dal sacerdote!

Sono profondamente convinto che tutti i viventi pregano, anche chi pensa di delegare al sacerdote.

Cos’è la preghiera? E’ il respiro dell’anima.

E’ quella voce che si leva e abita la parte più intima di ogni vivente; è il mormorio assordante del silenzio del cuore, ove tutto quanto avviene nella vita viene elaborato, compreso secondo i personalissimi parametri, e reso desiderio. Ogni nostro gesto, tutta la visibilità del nostro essere manifesta ciò che avviene dentro il cuore.

IMG 1892E’ emblematico il fatto che Gesù si ritiri sempre a pregare prima agire. Chi è capace di presenza con tutto il mondo che si porta dentro è veramente autentico, umano.

Il problema vero nasce quando facciamo della preghiera la lista della spesa. E vediamo in Dio il supermercato sotto casa. Tanto che se non troviamo o otteniamo quanto cerchiamo, beh, si cambia negozio!

Pregare, invece, è proprio di chi ama, di chi crede. Amare, credere sono i due lati della stessa medaglia.

Abbiamo bisogno di essere salvati!

E’ un atto di umiltà e di verità cercare l’amore: significa ammettere di aver bisogno di un altro per dare senso alla vita. Vogliamo dire il bisogno di avere un motivo per vivere, per colorare i nostri giorni. E il nostro cuore è in pace quando troviamo uno disposto sia a morire per noi sia ad accoglierci come dono.

Ora, ogni relazione d’amore si nutre di parole, di sguardi, di gesti che hanno la loro origine nel sacrario inviolabile della nostra coscienza. Tutto viene prima vissuto dentro il silenzio del cuore e poi espresso con le potenzialità del corpo.

Mi piace pensare alla dinamica dell’amore come via per comprendere l’itinerario della preghiera.

Chi ama è contento che l’altro ci sia: lo cerca e tutto desidera tranne che se ne vada via. Come vivere senza di lui?

Chi ama vuole narrare tutto se stesso all’altro. Desidera essere conosciuto. Espone tutte le proprie angosce, i propri desideri, le proprie gioie. Gode del sapersi ascoltato. E l’ascolto autentico dice il nostro vero essere centrali per l’altro… osservate il bimbo che per farsi ascoltare non esita a prendere il volto della mamma tra le sue manine e a metterlo davanti ai suoi occhi.

Chi ama espone progetti e propositi per affrontare e gestire situazioni, ma poi fa spazio al silenzio e chiede un “parere” rendendosi disponibile ad una parola che rischiara gettando luce su quanto è problematico nella vita.

IMG 5747Chi ama prega, sempre.

La fede è credere come Gesù. E’ lui l’unico maestro: il salvatore! Il cristiano non crede in una dottrina, non segue guru, non assolutizza idee cangianti di personaggi del momento. Il credente fa del Gesù narrato nei vangeli il senso primo e ultimo della sua vita. Crede di essere salvato da Lui e non esita a vivere per lui, come lui: da figlio amato del Creatore e da fratello insieme con gli altri viventi. Tutto qui. Per il credente l’unica immagine di Dio è il corpo di Gesù: nella grotta di Betlemme, nelle strade della Galilea, nel cenacolo, sul Golgota… e poi di nuovo risorto, con i segni della passione, in tutti gli angoli del mondo e in tutti i minuti del tempo!

Pregare è quindi vivere la presenza di Dio dentro di sé.

E dirGli la propria gioia perché è bello saperlo presente nella propria vita.

E raccontargli delle nostre pene , dei nostri fallimenti, dei nostri desideri, delle nostre incomprensioni.

E ascoltarlo… soprattutto quando sembra non dire nulla…

Nella Chiesa, maestra e madre, la preghiera è sempre al Dio vivente.

Spesso si corre il rischio di scambiare gli amici di Dio, tutti i santi, come più potenti di Dio stesso. A volte si ritiene questa schiera infinita di santi in grado addirittura di addolcire le condanne, le punizioni che il creatore commina all’umanità, che sarebbe poi la pupilla dei suoi occhi. E’ la logica del supermercato, del padrone burbero e del commesso corruttibile. E' la logica che ci porta a credere Dio un despota, un padrone interessato solo a sè.

E’ la logica del paganesimo. Elia, quello che appare sul Tabor con Gesù, l’ha combattuta aspramente.

Chi prega non chiede cose, chiede la vicinanza, la compagnia, la presenza: Sta con me, non lasciarmi mai! Perché l’amato è l’unico bene, è la vita stessa!

IMG 3756Sarebbe opportuno, ogni tanto, ripercorrere con lo sguardo le parole del Padre nostro, la preghiera insegnataci da Gesù. E comprenderla proprio all’interno delle coordinate di una relazione d’amore. Tutti i giorni la Chiesa ci chiede di riperla tre volte, alle lodi, ai vespri, a messa. Per tre volte ogni giorno chiediamo la consapevolezza di sentirci amati, anche quando dubitiamo o siamo delusi perché non comprendiamo. Chissà se la Madonna sotto la croce non ha pregato pure lei le stesse parole del figlio. Proprio Lei che a tutti continua a dire: Fate quel che vi dirà…

Ultima modifica il Sabato, 28 Marzo 2020 08:53
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