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Lunedì, 23 Marzo 2020 09:42

Intervista impossibile al cieco nato

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Conosciamo le Lettere dal carcere d Gramsci e Nelson Mandela così come i diari di tanti privati della loro libertà.  Emerge una grande passione per la vita, quella vera, basata sulla relazione con le persone da servire nel loro anelito alla felicità. Virtus in infirmitate perficitur, diceva san Paolo: la virtù si consolida quando si sperimenta il limite, la fragilità. In questa sezione proponiamo qualcosa che può aiutare chiunque fa di questo tempo di prova un'occasione per mettere ordine nella stanza della propria coscienza  comprendendo meglio chi siamo, cosa vogliamo e verso dove andiamo. Non è un invito alla distrazione, ma un suggerimento per scongiurare il rilassamento intellettuale.

Abbiamo sentito tanto parlare di lui, del cieco nato. Gli artisti lo hanno dipinto variamente a seconda dell’input ricevuto dai loro committenti.

Giovanni nel suo Vangelo gli dedica un intero capitolo, rendendolo un personaggio famoso: privo di volto e di nome, però.

A dire il vero la narrazione ce lo restituisce simpatico: dinanzi a lui non si prova gioia per la sua guarigione, quanto sorpresa e meraviglia per l’entusiasmo e il coraggio che ha: è un vero uomo, diremmo! Quanto sarebbe bello poterlo incontrare e camminare un po’ con lui ascoltandolo. Sì, perché la prima dimensione che risalta dal brano del vangelo è che quest’uomo non si stanca di ripetere, di ripercorrere con lo sguardo del cuore quanto gli è capitato. Gli piace ricordare quell’evento, lo ha impresso tanto nella mente che ad ogni occasione lo ravviva ripetendolo. Quasi come un innamorato che ricorda sempre e soltanto il momento fatidico di quel volto sorridente, di quella voce delicata che hanno per sempre cambiato il corso della vita.

Penso che la lettura e la rilettura di un passo del vangelo ci porta a un grado di familiarità con i personaggi tale da rendere possibile l’incontro stesso con i protagonisti e, in forza dell’empatia creatasi, osare anche l’inimmaginabile: interrogarli e sentirci capiti al di la delle nostre parole. Il testo non si legge. Il testo ci legge. E diventa vangelo, bella notizia, quando ci restituisce a noi stessi, alla nostra dignità di persone fatte bene e per il bene in un mondo meraviglioso, nonostante tutto. Se non avviene questo, significa che non stiamo leggendo la Bibbia, non stiamo scoprendo il cuore di Dio nella parola di Dio.

E allora osiamo. Con il coraggio di chi non vuole lasciarsi sfuggire l’occasione, osiamo lanciare un segnale di attenzione a questo che era un ragazzo cieco e che ora è un anziano dagli occhi luminosi, con la barba bianca e le rughe sulla fronte a rendere visibile la fatica della ricerca appassionata propria di chi si interroga sempre.

Siamo stati visti e ritenuti degni di attenzione. Che bello: i veri grandi amano intrattenersi perché sanno bene che soltanto chi fa domande alimenta la ricerca di senso che ci si porta dentro.

La trascrizione che segue è il resoconto del tratto di strada lentamente fatto insieme con quest’uomo carico di anni e pur sempre vibrante di gioia di vivere, da tutti conosciuto come “il cieco nato”.

Buongiorno, come va?

E come può andare? Bene! Dopo tutto quel che mi è capitato la bellezza si è appropriata della mia vita. E non ti nascondo che quasi mi angustia il pensiero di dover morire, di finire i miei giorni. Però non ti nascondo che il desiderio di vedere e stare per sempre alla presenza di chi ha scommesso tutto su di me regalandomi giorni e gioia di vivere, amici e occasioni per testimoniare la solidarietà, la possibilità di indossare tutti i giorni la consapevolezza del suo affetto immeritato e la responsabilità di prendermi cura di tutto quanto è stato creato per me: beh, tutto questo allevia il pensiero di chiudere gli occhi e lasciar girare pagina nel libro della vita. Una sola cosa mi pesa veramente: il pensiero del tempo sprecato, delle occasioni perdute. Avrei potuto imparare tante altre cose, non per farne un vanto, ma per poter meglio essere di aiuto e servire la gioia delle persone che ho incontrato. Per non parlare della pigrizia, del poco coraggio e della paura di espormi che tante volte mi hanno impedito di essere generoso e sfacciatamente “credente”. Ma tant’è: quel che ho fatto è poca cosa rispetto a quanto ho ricevuto e alla sorte che spetta ad ogni vivente.

So di essere indelicato. Però permettimi di chiederti di quel giorno, di quell’incontro…

No figurati. Tanti mi chiedono cosa è successo. Non vorrei deluderti. Ma il senso di quell’incontro l’ho capito man mano soltanto in seguito. Certo l’inizio è stato sconvolgente. Ma ciò che ne è seguito mi ha cambiato veramente la vita. E ho capito che quanto mi ha visto destinatario in fondo non era che un segno di quanto si realizza in continuazione ancora oggi.

Non capisco. Forse ti ho messo in difficoltà chiedendoti di parlare di te quando eri mendicante, cieco… scusami…

No, no! E’ che quell’incontro aveva un senso che andava al di là del fatto contingente, privato. Quanto è accaduto tra me e Lui è per te, per tutti voi.

Capisco ancora meno, io vedo bene! Tu eri cieco dalla nascita e quell’incontro ti ha cambiato la vita!

Vedi, amico mio: ogni gesto ha un valore che va oltre il fatto contingente e chiede di essere compreso nella sua interezza. Ogni gesto manifesta il desiderio che chi lo pone si porta dentro.

Ti ascolto, ma non comprendo…

Cercherò allora di essere più chiaro. Ero cieco sì, ma abitavo il mio stato di cecità senza farmene un grande problema. Forse gli altri mi commiseravano; i miei dapprima erano amareggiati ma poi se ne son fatta una ragione. Tutto quello che avveniva intorno a me mi lasciava indifferente: sentivo voci, toccavo le cose, ero in balia degli umori degli altri, ma nulla interpellava la mia responsabilità. Una sola cosa mi angustiava: avevo gli occhi – che tutti dicevano belli.. -ma non servivano a nulla….

Eri triste, quindi…

Rassegnato. Ciò che non potevo vedere non mi mancava.

Però desideravo una pienezza di vita che non riuscivo neanche a dire. Poi, in seguito, ho capito che si desidera solo ciò che può esistere. E’ grande la dimensione del desiderio nella vita di ogni essere vivente. Diventa reale solo ciò che si desidera ardentemente. Se così possiamo dire, l’essenziale è invisibile con gli occhi, lo si può soltanto coltivare come desiderio. E ciò abilita al riconoscimento e all’accoglienza del dono. Perché tutto è dono e soltanto chi tiene vivo il desiderio sa gustare la gioia del dono. Che per natura sua è sempre gratuito e oltrepassa finanche ciò che si desidera. Il dono fa comprendere che la considerazione che hai di te è poca cosa rispetto al valore che rivesti per la persona che ti sceglie come destinatario della sua premura.

Dici cose belle. Ma io voglio sapere cosa è avvenuto. Eri cieco e quindi?

Quindi Qualcuno ha voluto scrivere in quell’incontro qualcosa di straordinario non solo per me, ma anche per te e per tutti i viventi. La mia vita, la mia sorte è diventata significativa di qualcosa di più grande. Lui si è servito di me per parlare a te e al mondo intero. Non lo so: forse mi ha voluto far nascere cieco perché aveva un progetto su di me che andava oltre me.

Che vuoi dire? Dio manda le disgrazie per poter mostrare agli uomini la sua potenza, il suo essere Dio, il suo poter fare quello che Gli pare a chi gli piace? Se è così, siamo fritti…!

Ma non dire fesserie! Così ragionano i sapienti, quelli che pensano di sapere tutto, quelli che ritengono che ad ogni azione corrisponde una reazione proporzionata del Creatore. Ma tu lo sai che in tanti pensavano alla mia malattia come a una giusta conseguenza di una cattiva azione fatta dai miei genitori o dai miei antenati…

Beh, se il male c’è è perché qualcuno deve pure averlo fatto e Dio interviene a farla pagare a caro prezzo a lui o a chi per lui. E mi sembra pure giusto… in fondo anche noi educhiamo punendo chi sbaglia…

Sei pieno di te e vuoto di Dio! Vedi come è facile parlare di Dio senza sapere nulla di Dio. Quanti discorsi facciamo a vanvera… Dio non è la proiezione del tuo modo di pensare. E’ una persona da vedere, da contemplare. Dio ama soltanto, a caro prezzo! E chi ama lotta contro il male e non desidera altro che la pienezza di vita dell’amato. Nota, amico mio, che nella storia tua personale sei stato giudicato e valutato bene o male per le cose fatte da chi intendeva usarti o scartarti a seconda dei suoi interessi; ma chi ti ama si è sempre fatto servitore della tua crescita personale a prescindere dai tuoi meriti o demeriti. Se ci rifletti un po’ è stato proprio quando non eri per nulla amabile che hai sperimentato la gratuità e la forza dell’amore di chi veramente ti voleva bene.

Quindi vuoi dire che sei nato cieco per caso?

Certamente Dio non vuole il male, le disgrazie, la malattia o la sofferenza. Sono nato cieco e il perché non lo so. So soltanto che ad un certo punto della mia vita ho capito cosa significa “credere” in Dio e da allora tutto è cambiato. Forse Dio si è servito della mia cecità per guarire la cecità del cuore di tanti…

In che senso?

Cosa significa essere cieco? Non vedere da dove si viene e verso dove si va. E’ questa la vera cecità. E’ il non conoscere la direzione. Quante volte ti è stato detto: apri gli occhi! Siamo ciechi e sbattiamo contro tutto e contro tutti quando perdiamo le coordinate dell’esistenza, che cioè veniamo da Dio e torniamo a Dio. Chi è smarrito, chi abita le tenebre sbattendo di qua e di là non fa il male per cattiveria ma perché sbaglia direzione non avendo una luce dinanzi a sé. Una vita senza luce è una vita insensata.

Quindi cosa è avvenuto?

Anzitutto ti devo dire che mi son ritrovato così, per caso a parer mio, dinanzi a Gesù. Non sono stato io a cercarlo. Passava vicino al tempio a Gerusalemme, mi ha visto e si è fermato. Il solo ripensare a questo mi fa emozionare: me lo son ritrovato dinanzi come realtà donata! Non è l’uomo che cerca Dio. E’ Dio che cerca la compagnia dell’uomo. Che figuraccia han fatto Adamo ed Eva. Non perché hanno seguito la voce del serpente. Errare è umano! Ma perché si son nascosti a Dio che li cercava…

Non esageriamo. Fare il male, peccare è grave! Significa tradire chi ha fiducia in te…

Hai ragione, sai benissimo cosa è il peccato. Ma evidentemente non sai cos’è il perdono.

Me lo spieghi…

Vedi, la relazione con una persona è come una corda che unisce all’altro. Il peccato spezza la corda, interrompe la relazione. Con il perdono chi ama riannoda la corda per cui la distanza è ora accorciata! Dio voleva stare più vicino ad Adamo ed Eva e loro si allontanano. Da sempre Dio cerca di stare vicino a tutti per significare la sua compagnia; il peccato, il senso di colpa e la paura della punizione ci portano a nasconderci. Ma lo capisci che se Gesù è morto tra due malfattori è proprio per dirci che Lui ci ama anche quando non siamo amabili?

Tremendo questo Dio. Bene, si è avvicinato a te e poi è avvenuto il miracolo!!

Ma che dici! Gesù mica fa magie! Ho avvertito qualcosa di strano sul viso. Con le dita ha messo del fango sugli occhi e poi mi ha detto di andare alla piscina di Siloe a lavarmi. Che strana sensazione la terra bagnata sulla mia cecità. Sono stati attimi interminabili: che fare? Uno dei tanti a prendersi gioco di un povero cieco o l’occasione della vita? Confuso ed esitante mi son fatto accompagnare alla piscina di Siloè , ho toccato l’acqua, ho immerso il mio volto nell’acqua e … mi si è dischiuso il mondo dinanzi a me: vedere! Non riuscirò mai a descrivere la meraviglia del vedere…

Vedo che sei giustamente emozionato. E capisco bene! Sei stato fortunato…

Sì, ma perché il segno non era rivolto solo a me, ma a tutti! Quel fango con cui sono stati unti i miei occhi stava a significare altro. Ogni uomo è polvere di terra con acqua. Mi è stato riferito che Gesù ha preso della terra e l’ha impastata con la sua saliva, che è qualcosa di intimo, perché viene dal di dentro, il suo Spirito. Cosa ha fatto Gesù per guarire la mia cecità? Ha messo dinanzi ai miei occhi la sua umanità che poi è il suo essere Figlio di Dio e fratello di tutti. Questo è ciò che cambia la vita, ci permette di vedere e orientare i nostri passi: essere umani come lui, in comunione con il Padre e solidale con i fratelli.

Mi ricorda tanto il battesimo…

Esatto. Il battezzato è propriamente colui che ha dinanzi agli occhi sempre questa immagine di Gesù che fa vedere con il suo corpo che siamo infinitamente amati dal Padre e che siamo chiamati ad amarci gli uni gli altri come Lui ci ha amati. Nell’uomo Gesù Dio fa vedere il suo amore per tutta l’umanità.

Ciò di cui abbiamo veramente bisogno è sapere che c’è qualcuno che ci ama, disposto a morire per noi, che vive per noi. Guai se dimenticassimo questa visione!

Perché ti ha mandato a lavarti proprio alla piscina di Siloe?

Tu non conosci l’ebraico e si vede. Siloe evoca l’inviato, il messia. Bagnarmi nella piscina di Siloe non è stato altro – e l’ho capito dopo- che un invitarmi a immergermi in lui, ad abbandonarmi tra le sue braccia. Il tutto però come scelta libera da compiere. Chi ama si abbandona tra le braccia dell’amato certo che non lo lascerà mai cadere. Chi non si fida, cerca di salvarsi da solo. Dio ama tutti, ma rispetta la libertà di ognuno; Dio ama fino al punto di non essere amato…

Io mi sono fidato e ho rischiato persino il ridicolo raggiungendo la piscina di Siloe con gli occhi insozzati di fango, ma ne è valsa la pena.

Immagino il dopo. Una grande festa!

Macchè, son cominciati subito i problemi. Altro che festa, mi volevano “fare la festa”! Mi son subito scontrato con i pregiudizi dei conoscenti e dei religiosi. Mi aspettavo gioia, entusiasmo soprattutto da parte dei sapienti, degli esperti di religione. Che delusione! Meno male che alla fine ho reincontrato Lui, Gesù.

Non mi sembri poi tanto amareggiato…

In realtà il confronto è stato duro, però è stato grazie al confronto che sono cresciuto e ho capito tante cose. I miei conoscenti, per esempio, mi avevano ingabbiato nelle loro categorie etichettandomi come “cieco” e quindi per loro non potevo che abitare quella situazione. Quanto è difficile accettare il cambiamento. Ancoriamo il giudizio sull’altro a qualcosa che rimane nel passato incapaci di riconoscere il frutto della crescita, del cambiamento, del progredire.

Hai proprio ragione…

Ma sta attento pure tu! Perché il rischio è di rimanere ostaggi di se stessi, del proprio passato, di non credere più nella novità del camminare e del progredire in umanità. Ricordati che i giorni sono i giorni del Signore: è lui che fa nuove tutte le cose. Compreso il cuore di ogni vivente…

E come hai reagito di fronte alle perplessità, se così possiamo chiamarle, dei tuoi conoscenti?

Niente di particolare: ho ricordato semplicemente il fatto. E quando mi hanno chiesto di Lui, beh ho detto la verità.

Hai detto che era il Cristo, il Figlio di Dio!

No. Ti sbagli. Ho detto la verità di quel momento: non lo conoscevo! Avevo sperimentato la sua grandezza, ma era subito sparito. Non sapevo nulla di Lui, se non che mi aveva illuminato. Forse proprio la domanda ha acceso in me il desiderio di cercarlo ancora, di inseguirlo per conoscerlo sempre di più.

Poi hai dovuto affrontare i capi religiosi…

Mamma mia quanto è difficile avere a che fare con la supponenza religiosa!

Parli per te o parli per me?

Cerca di non essere religioso pure tu!

Beh, sono un prete…

Attento quindi!!! “religioso” viene da religere, che significa unire, tenere insieme: le pagine di un libro sono “rilegate”; e il nostro termine è nella forma del participio passato, sta ad indicare un’azione i cui effetti sono confinati nel passato. I religiosi sono coloro che sanno tutto di Dio impedendogli di essere Dio oggi; lo rinchiudono negli eventi del passato impedendogli di essere attivo e operante nella storia. Dio è come lo hanno visto loro e non si deve permettere di osare la novità

Sono pericolosi…

Certo! Dio è il Signore, ha dato le leggi e chi le trasgredisce è maledetto! Non c’è via di scampo.

Infatti quando li ho incontrati, mi hanno travolto con la loro logica: Dio ha dato la legge del sabato comandando di non far niente, Gesù ha operato di sabato, quindi è un peccatore perché ha trasgredito la Legge!

Ma il vero pericolo viene dopo perché mi volevano costringere con la forza della loro autorevolezza a dubitare della bontà di Gesù. Mi hanno messo alle strette. Ho cercato di farli riflettere, ma niente: è più facile discutere con un non-credente che con un religioso.

A ben pensarci è vero…

Ecco perché ti dicevo di non essere religioso… ma “credente”. Non è una questione di lana caprina. “Credente” è un participio presente: è lo stato di chi in continuazione vive alla presenza del Signore e si lascia illuminare qui e ora dalla sua parola cercando di fare della sua vita il luogo ove Cristo si specchia. E’ una fatica e una grande responsabilità perché bisogna fare i conti anche con il non-credente che è in ognuno di noi. Però è cio che rende la nostra esistenza meravigliosa perché giocata nel custodire quotidianamente la relazione con il Cielo.

Quindi con i religiosi ti è andata male?

E come poteva andare? Mi hanno cacciato. Anche se non tutti erano d’accordo. Ma mi hanno messo fuori perché ho detto di aver incontrato un profeta, un uomo capace di rendere presente Dio nel suo corpo e nelle sue relazioni.

Però i tuoi genitori potevano difenderti….

Sì, è vero. Ma che vuoi? A volte il potere rende ciechi i sudditi, che non esitano a rinunciare per convenienza alla propria libertà. Sai, mettersi contro i potenti non è da tutti: avviene in ogni ambiente..

E’ stata quindi una giornata disastrosa: cominciata bene e conclusasi con una espulsione…

E’ stata una giornata bellissima, cominciata nel buio più totale e conclusa con il mio nascere alla vita bella. Anche un bambino quando nasce è espulso dalle tenebre e viene alla luce. Le contraddizioni e i contrasti sono stati la forza che mi hanno espulso e mi han fatto nascere.

Manzoni dice che “Dio non turba mai la gioia dei suoi figli se non per prepararne una più certa e più grande”…

Davvero la storia è nelle mani di Dio che rispetta la nostra libertà, ma ha una grande libertà anche lui, la libertà proprio di riprendere nella nostra vita una scena molto diversa da quanto noi pensavamo. E il risultato è nelle sue mani. Sono stato espulso, in quanto espulso ho potuto vedere la luce: come il bimbo che viene alla luce vede il volto della madre, io finalmente ho incontrato il volto del mio Signore.

Scusa la franchezza: ma per te chi è Gesù?

Vedi che a me fa piacere ricordare quello che è successo quel giorno. E non mi stanco mai di narrarlo ancora. E’ colui che ha fatto venire alla luce un cieco. Gesù ti dà un’altra idea di te, degli altri, di Dio, della legge. E’ Colui che finalmente ti presenta il vero volto dell’uomo, il vero volto di Dio. Ti fa capire che solo amando si diventa veramente umani o meglio, persone secondo il cuore di Dio.

E tu sei stato bravo, ci sei riuscito!

Sì, sono riuscito fin''ora a tener vivo il mio desiderio più grande: stare alla sua Presenza e adorarlo. Che poi è la cosa più bella della vita, ad-orare, portare alla bocca, baciare. Vivere del respiro dell’altro.

Grazie per la paziente benevolenza.

Grazie a quanti si lasciano incontrare da Cristo rendendosi disponibili ad essere plasmati dal suo amore.

 

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dal vangelo di Giovanni, cap 9

Passando, vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?". 3 Rispose Gesù: "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5 Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo". Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: "Va' a lavarti nella piscina di Sìloe" - che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
8 Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: "Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?". 9 Alcuni dicevano: "È lui"; altri dicevano: "No, ma è uno che gli assomiglia". Ed egli diceva: "Sono io!". 10 Allora gli domandarono: "In che modo ti sono stati aperti gli occhi?". 11 Egli rispose: "L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: "Va' a Sìloe e làvati!". Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista". 12 Gli dissero: "Dov'è costui?". Rispose: "Non lo so".
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15 Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: "Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo". 16 Allora alcuni dei farisei dicevano: "Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato". Altri invece dicevano: "Come può un peccatore compiere segni di questo genere?". E c'era dissenso tra loro. 17 Allora dissero di nuovo al cieco: "Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?". Egli rispose: "È un profeta!".
18 Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19 E li interrogarono: "È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?". 20 I genitori di lui risposero: "Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21 ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé". 22 Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23 Per questo i suoi genitori dissero: "Ha l'età: chiedetelo a lui!".
Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: "Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore". 25 Quello rispose: "Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo". 26 Allora gli dissero: "Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?". 27 Rispose loro: "Ve l'ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?". 28 Lo insultarono e dissero: "Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29 Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia". 30 Rispose loro quell'uomo: "Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31 Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32 Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33 Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla". 34 Gli replicarono: "Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?". E lo cacciarono fuori.
35 Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: "Tu, credi nel Figlio dell'uomo?". 36 Egli rispose: "E chi è, Signore, perché io creda in lui?". 37 Gli disse Gesù: "Lo hai visto: è colui che parla con te". 38 Ed egli disse: "Credo, Signore!". E si prostrò dinanzi a lui.
39 Gesù allora disse: "È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi". 40 Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: "Siamo ciechi anche noi?". 41 Gesù rispose loro: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo", il vostro peccato rimane".

 

Ultima modifica il Lunedì, 23 Marzo 2020 10:07
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