Domenica, 23 Febbraio 2020 19:38

Padre Pio, ministro di perdono

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meditazione del 23  febbraio

Padre Guglielmo Alimonti, vissuto per anni accanto a P. Pio, scrive:

“Ho conosciuto personalmente P. Pio e confesso che fin dal primo momento in cui mi trovai vicino a lui compresi che era un grande dono di Dio, uno strumento della grazia divina per riconciliare gli uomini e ricondurli al Padre, offrendo la propria vita in espiazione dei peccati, proprio come ha fatto Gesù immolandosi sulla croce.

Padre Pio si è offerto quale vittima d’amore. Sull’altare, egli vive la passione

di Cristo; nel confessionale, vive la passione del peccatore.

Si fa uno con Cristo nell’immolazione eucaristica, si fa uno con Cristo e col penitente nel confessionale per riconciliare le anime con Dio.

Anch’io ho avuto la gioia di inginocchiarmi al suo confessionale per anni.

Una volta mi allontanò bruscamente. Mi ritrovai bagnato di sudore. Aveva parlato affabilmente. Mi aveva assolto. D’improvviso un rabbuffo.

Solo in seguito riuscii a capire, avevo commesso la leggerezza di dirgli: Padre! Quanto tempo ho atteso questo giorno! Lo ritenne come un elogio alla sua persona e, bontà sua, non me la fece passare liscia”.

Papa Paolo VI, il 20 febbraio 1971, durante l’udienza al padre generale dei Cappuccini disse di P. Pio: “Guardate che fama ha avuto! Che clientela mondiale

ha adunato intorno a sé! Ma perché? Forse perché era un filosofo, perché era

un sapiente, perché aveva mezzi a disposizione?

Perché diceva la Messa umilmente, confessava dal mattino alla sera”.

Papa Giovanni Paolo II si è recato, da sacerdote, al confessionale di Padre Pio.

Lo testimonia egli stesso: “Ho potuto anch’io incontrare nella mia vita sacerdotale

Padre Pio, servo di Dio. Ho potuto incontrarlo personalmente negli anni Quaranta.

Ho potuto anche una volta confessarmi presso di lui.

Egli offre anche oggi un punto di riferimento, poiché in lui trovarono una particolare accoglienza e risonanza spirituale i due aspetti che caratterizzano il sacerdozio cattolico: la facoltà di consacrare il Corpo e il Sangue del Signore e quella di rimettere i peccati.

Non furono forse l’altare e il confessionale i due poli della sua vita?”

A volte P. Pio negava l’assoluzione, a tale proposito, padre Alberto D’Apolito,

riporta queste parole di Padre Pio:

Quanto soffro nel dover negare l’assoluzione. Sappi, però, che è meglio essere rimproverato da un uomo su questa terra, piuttosto che da Dio nell’altra vita.

Io uso questo sistema con determinate anime, per dare a esse una scossa, perché, specie per certi peccati, si passa facilmente dalla confessione al peccato e dal peccato alla confessione, poi per spronare l’anima a mettersi seriamente sulla via retta e a cominciare una buona volta a usare tutti i suoi mezzi per la redenzione”.

La grazia di Dio, dopo mesi o anni, li riconduceva a lui pentiti e convertiti.

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