Martedì, 05 Marzo 2019 21:50

Ai cresimandi nel giorno delle Ceneri

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Lettera aperta ai  ragazzi di oggi ( e di ieri...)  all'inizio della quaresima.

Intanto, buongiorno!

Stai ancora con la testa alla giornata di ieri? È finito carnevale. Sveglia! Siamo a mercoledì, il giorno delle ceneri....

Che è comunque una bella giornata: non si va a scuola!

Diciamocelo francamente. Ci voleva proprio questa giornata senza impegni, vero?

E io ne approfitto per richiamare la tua attenzione su alcune cose, che ci riguardano. Hai capito bene: ci riguardano... però, se hai ancora sonno o non hai voglia di leggere, lascia stare. Leggi queste righe solo se ne hai voglia e tempo. E mi raccomando: leggi piano piano, lentamente. E non me ne volere se a tratti non mi spiego bene... ho i capelli bianchi, quindi ho diritto alla tua comprensione.

Ci conosciamo da tanto tempo. A volte mi capita di trovare delle foto di Monticchio o di Roma e non ti nascondo che il solo pensiero dell’amore che vi custodisce da sempre mi emoziona. Siete belli, troppo belli: perché amati!

Te, tutti, il giorno della prima comunione lo ricordate perché avevate fretta di vedervi festeggiati; io ricordo ancora che durante l’omelia a un tratto mi sono quasi commosso spiegando il vostro essere diventati ormai commensali del buon Dio...

Direi una grande bugia se vi dicessi che mi siete estranei. Anche se molti tra voi hanno di fatto tagliato i ponti in questi anni con la messa domenicale, continuo a tener viva la memoria di tutti i vostri sorrisi e prego perché non cessiate mai di sorridere alla vita. A volte penso che è pure per colpa mia se ci siamo un po’ persi di vista. Sono tanti i saluti che ci doniamo, ma pochissime volte ci fermiamo a parlar di noi stessi, dei nostri sogni, delle nostre speranze e delle nostre delusioni. Sempre di fretta, andiamo...

Non scoraggiamoci. Possiamo recuperare. E questa mia lettera a ognuno di voi vuol essere una ripartenza.

In questa fase della vita scoprite da un lato il profondo bisogno di amicizia e nello stesso tempo la passione nel coltivare il sogno di un avvenire grandiosamente gioioso. I grandi vi chiamano adolescenti. Una parola che a volte suona quasi come la diagnosi di una malattia cui non c’è rimedio. E si sbagliano, i grandi. La vostra è una stagione meravigliosa. Credetemi: avete davanti a voi un tempo di grazia, fondamentale per il vostro avvenire. Di un albero si vede il fusto, la chioma, i frutti. Sono però le radici che ne garantiscono sia la resistenza sia l’aspetto sia la bontà dei frutti. E le radici non si vedono, ma loro sono il segreto della riuscita.

Così è per voi ora. Si sviluppa il corpo, si forgia il carattere, si affinano i sentimenti, la vita interiore chiede prepotentemente di essere presa in considerazione. Scoprite di essere portatori di una bellezza e di una forza d’amore che vorreste fosse da tutti conosciuta e apprezzata.

A volte mi piace pensare a come gli angeli vedono il vostro mondo, i vostri giorni. I grandi si preoccupano, fanno analisi, prevedono tempi difficili, nella migliore delle ipotesi capiscono di non avere capito niente. Gli angeli guardano voi e si complimentano con il buon Dio: che capolavori, che meraviglie! E di rimando il buon Dio li invita a continuare il loro lavoro senza incantarsi troppo. “Custodite - ordina il Creatore-, illuminate, sostenete, date forza a queste creature che ho disegnato sul palmo della mia mano e che mi sono care come le pupille degli occhi!”

Sapete una cosa? Noi diventiamo lo sguardo che riceviamo. Abbiamo bisogno di essere guardati. Dai, non fate finta di non aver capito... quante volte avete cercato di attirare lo sguardo di quel ragazzo o di quella ragazza... è lo sguardo che ci restituisce il sorriso, che ci fa sentire vivi, belli, attraenti. Pensate alla tristezza di ritenersi inguardabili...

Gli angeli, anche loro, ci guardano e sorridono... e non cessano dal lavoro assegnato dal buon Dio. E Dio così può continuare a vedere che è tutto molto bello...

A questo punto ti sarai pur chiesto perché proprio oggi il prete si è sognato di rubare del tempo. Guarda bene il calendario. Oggi sono le Ceneri! Comincia la quaresima!

Certo non è la prima volta che vivi il mercoledì delle ceneri. Ogni giorno è unico, dirai. Quest’anno però ti stai preparando per ricevere il sacramento della cresima, che non solo sarà per te l’occasione per vedere nuovamente i tuoi cari radunati per farti festa ( e bei regali...), ma costituirà per te una tappa fondamentale della tua vita: ti assumerai la responsabilità niente-poco-di-meno di aiutare il buon Dio. Hai capito bene. Non sto esagerando. Con la cresima divento collaboratore, aiutante di Dio. Accolgo il dono dello Spirito Santo e custodisco nel mio corpo la vitalità del Risorto. Ne sposo gli ideali sino a farli diventare il fine della mia esistenza. Vengono le vertigini, vero?

Il bello è che per aiutare Dio non bisogna fare nessun corso, non bisogna prendere nessuna abilitazione. Si chiede semplicemente di avere il coraggio di essere umani e di credere che ogni persona porta dentro di sè il desiderio di amore e che quindi il bene trionferà sovrano sul male e su ogni forma di dolore, morte inclusa. Con il sacramento della cresima entro decisamente nella squadra di Gesù e mi accingo a lottare insieme con lui perché tutti possano sperimentare di essere stati creati “come un prodigio” per realizzare i sogni di amore e di felicità.

Tutti ti chiedono cosa farai da grande. E tu ci stai pensando. In tanti ti danno anche consigli. Io ti auguro di essere grande nell’amore. Di più: che tu possa essere ricordato da chi incrocerai nelle tua vita come una persona che ha amato “da Dio” sorridendo alla vita.

Starai pensando: che discorsi proprio oggi che sono le Ceneri... digiuno e astinenza...

Ha senso, ha senso. Dammi ancora un po’ di tempo...

Giustamente sai che l’evento da cui tutte le feste cristiane prendono origine è la Pasqua di Gesù, la vittoria sulla morte e sul peccato, la gioia che trionfa sul dolore.

La preparazione alla Pasqua comincia con il mercoledì delle ceneri. Un giorno che é come il portale di una cattedrale: anticipa tutto il senso dell’edificio e chiede solo di osare l’ingresso nel tempio/tempo sacro.

La quaresima è questo grande corso di esercizi spirituali ritmato dalle 5 domeniche che richiamano l’attenzione sui movimenti del corpo di Gesù perché impariamo da Lui come si sta in mezzo agli altri sulla faccia della terra. Il mercoledì delle ceneri ne anticipa il significato ultimo e offre l’equipaggiamento per rendere agevole il cammino.

La liturgia delle ceneri, in chiesa alle ore 18, evoca tutto il bisogno di aiuto che ci portiamo dentro per operare la decisione di abbandonarci a Dio. Me lo insegnate, ormai. L’amore chiede di essere creduto. Abbandonarsi all’Amore è insieme un atto di fede nell’altro da sè e l’unico momento di vera libertà.

Inoltre, la polvere di terra con la quale è stata creata l’umanità, secondo un midrash -racconto ebraico-, è stata presa da sotto l’altare dell’espiazione, quello sopra il quale si offrivano i sacrifici per implorare il perdono dei peccati. Il tutto a significare che ogni persona si porta dentro il bisogno di essere perdonato e il dovere di perdonare. È possibile che la “storia” vada avanti solo se ci sono protagonisti veri: soggetti capaci di accogliere il perdono e di accordare perdono.

Certamente conoscete maggiormente il mercoledì delle ceneri per il “digiuno e astinenza”. E molte volte ci avete anche scherzato...

Nella tradizione biblica sono atteggiamenti esteriori che svelano gioiosamente le profonde convinzioni interiori. I gesti sono importanti. L’amore chiede di essere espresso. Un bacio, una carezza, un sorriso, un regalo, uno sguardo bello non sono l’amore, ma lo esprimono, lo evocano: richiamano l’attenzione dell’altro su quanto è grande il nostro desiderio, la nostra gioia per la sua presenza nella nostra vita. Ogni gesto esprime il gemito del cuore, che è sempre infinitamente più grande del gesto. Ecco perché non ci stanchiamo mai di baciare, di abbracciare, di parlare, di cercare le persone amate. E non ci accontentiamo mai dei gesti ricevuti.... che bella che è la nostra vita!

Ritorniamo al digiuno di oggi. Ci proverai, vero? Anche se a dire il vero l’obbligo riguarda solo i grandi in buona salute, io ti consiglio di tentare, in modo discreto, senza clamore. Un gesto d’amore è sempre un fatto intimo, può essere capito solo da chi lo fa e da chi lo riceve. Quindi ciò che vivrai oggi riguarda solo te e il buon Dio.

Quale il significato?

La quotidianità ci porta ad assolutizzare il nutrimento materiale come causa del ben vivere, corrodendo la consapevolezza del valore della nostra interiorità, della nostra vita spirituale. Guarda la pubblicità: tutti si preoccupano del corpo, quasi a dire che noi siamo il nostro corpo! Riflettici un po’. Per essere felice ti bastano il cibo, i vestiti, i gioielli, i profumi, il fitness? Io penso che ci fa star bene solo una cosa: sapere che qualcuno mi vuole bene, sapere che qualcuno muore dal desiderio di vedermi, sapere che qualcuno è contento di me. Non abbiamo bisogno di cose per vivere ed essere felici, abbiamo bisogno di sapere di essere amati!

E allora digiuno da tutto quanto è buono, utile, ma non essenziale per la mia felicità. Digiuno per dire chi sta al primo posto, per dire chi cerco veramente, per dire a chi voglio appartenere!

Ciò che mi fa vivere, ciò che mi fa crescere non è essenzialmente quanto il lavoro dell’uomo mi procura o quanto io ingurgito, ma il dono di una Parola che mi restituisce coraggioso e forte. Abbiamo bisogno che qualcuno ci parli per poterci esprimere, abbiamo bisogno di uno sguardo per sapere di esistere, abbiamo bisogno di un sorriso e di una mano per rialzarci dalle nostre cadute. Cosa mi fa vivere? Il dono, la grazia: il sapere che io posso dimenticarmi di Dio, ma Dio non si dimentica mai di me. Nè quando pecco, nè quando morirò.

Come dire che Dio è la mia unica, vera salvezza? Rinunciando a quanto rischia di prendere il posto di Dio, facendomi credere che si vive mangiando! E mangiare significa distruggere, fagocitare l’altro: il contrario di chi ama, che vuole farsi nutrimento, a pezzi per l’altro.

Mercoledì e venerdì santo: digiunare, per dire che si riconosce di essere vivi perché amati e che si ama la vita solo se si è capaci di donarla per amore.

L’astinenza da quanto mi dà gioia e piacere è anch’essa una modalità per ridire il posto che ha Dio nella mia esistenza concreta.

Mi sa tanto che è proprio una bella giornata, oggi. Digiunando silenziosamente ho gridato al mondo intero con tutte le mie forze che credo di essere amato da Dio e che non voglio consumare gli altri ma desidero consumarmi amando e contribuire così alla bellezza che salva.

Complimenti per essere arrivato sin qui!

Un’ultima cosa. Avrai sicuramente deciso il fioretto per questa quaresima. Io te ne suggerisco un secondo. Immagina un vaso con dell’acqua sulla tua scrivania. È solo un contenitore, colorato, pieno d’acqua, ma vuoto, insignificante. Ogni sera prima di andare a letto pensa a un gesto bello di amicizia vissuto nella giornata. Ringrazia il buon Dio per averlo saputo vivere e deponilo come un fiore nel vaso. Mano mano che avanzeranno i giorni la tua scrivania sarà sempre più bella, colorata e profumata. Poi il giovedì santo dopo la messa, quando si fa l’adorazione, porta spiritualmente con te il vaso di fiori e offrilo a Gesù ringraziandolo non solo per gli amici che ti ha donato ma soprattutto perché ti ha dato la forza di essere gioiosamente amico con gli altri.

Un abbraccio bello e.... ti assicuro che stasera l’omelia sarà breve!

Con affetto

mimí

Ultima modifica il Mercoledì, 06 Marzo 2019 20:20
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