Giovedì, 26 Aprile 2018 08:00

Il miracolo delle conversioni

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Meditazione per il mese di aprile

“I miracoli più grandi compiuti da Padre Pio sono le conversioni” afferma padre Domenico Mondrone, gesuita, amico e biografo del Padre.

“Sono fenomeni che non si possono valutare in termini concreti perché legati al mondo interiore, spirituale dell’uomo, ma sono fatti spesso clamorosi che restano misteriosi per le modalità con cui si realizzano.

La conversione è un processo dello spirito. Significa cambiamento di mentalità, ritorno al Dio abbandonato. Significa che una persona comprende di essere in uno stato non conforme alla verità, prende coscienza di aver commesso errori e di esserne responsabile e decide di cambiare condotta, iniziando un’esistenza nuova

in sintonia con la verità ritrovata.

In genere questo cambiamento quando si svolge normalmente, richiede tempo. Tempo per la riflessione, la valutazione e la decisione.

Ma ci sono casi in cui tutto avviene in un attimo. La persona resta folgorata dalla Grazia e decide sull’istante di cambiare vita.

E’ impossibile anche solo immaginare quante furono le conversioni avvenute a San Giovanni Rotondo per intervento di P. Pio.

Il frate con le stigmate trascorreva la maggior parte del suo tempo nel confessionale.

Egli non predicava, non teneva conferenze, ascoltava le confessioni delle persone che ricorrevano a lui per consigli spirituali. Era un medico delle anime.

Negli anni Venti e Trenta restava nel confessionale fino a 19 ore al giorno, con una lunga fila di persone che attendevano per poter confidargli i propri drammi spirituali. E quasi sempre, quando il penitente si alzava per andarsene, aveva gli occhi pieni di lacrime, segno che un grande cambiamento era avvenuto nel suo cuore. Le conversioni cominciarono a verificarsi subito dopo che sul corpo di

Padre Pio erano comparse le stigmate.

Quelle piaghe diventarono un segno catalizzatore di estrema potenza. Avvicinando

il padre, le anime restavano folgorate come era accaduto a Paolo di Tarso”.

L’intervento di P. Pio non terminava con la formula dell’assoluzione.

“Accompagno tutti i miei penitenti come se diventassi la loro ombra.

E anch’io sento tanta gioia nel cuore e ringrazio Dio nel mio intimo.

Dopo che ho rilevato nel comportamento del penitente i segni della vera penitenza, non solo non posso più negare l’assoluzione, ma la do con grande piacere.

Ed è proprio da questo momento che mi sento in dovere di fare l’accompagnatore dell’anima che mi è stata affidata dalla Vergine Santissima.

Quando c’è una vera e propria conversione, la reazione di gioia, più o meno contenuta, c’è sempre, chiunque sia il confessore e chiunque sia il penitente. Confessori veri e penitenti veri non sono isole, anzi formano un cuor solo e un’anima sola”.

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