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Giovedì, 16 Marzo 2017 09:05

Restauro della statua di san Rocco

Scritto da

Relazione tecnica del restauratore, Mimmo Saracino.

 Relazione tecnica di restauro della scultura lignea policroma raffigurante S. Rocco presso la chiesa madre di Oppido L. (Pz)

Note informative

Oggetto           : SCULTURA LIGNEA POLICROMA

Soggetto         : S.ROCCO

Periodo           : SEC. XVIII

Autore             : IGNOTO

Misure             : H= CM 153

Collocazione   : NAVATA LATERALE CRIPTA DELLA CHIESA MADRE

Proprietà         : ECCLESIASTICA

stato di conservazione

Il Santo è raffigurato secondo l’iconografia classica che lo contraddistingue: con abiti da pellegrino , mantello, stivali , (in argento), bastone ( in argento) , “Sanrocchetto” ( in argento) e mano sinistra che indica la ferita sulla gamba ; sulla base seduto accanto al Santo è collocato il cane con “pagnotta” in bocca, (anch’esso in argento).

La scultura è stata realizzata mediante assemblaggio tra loro di diversi blocchi lignei, questa si presentava in cattivo stato di conservazione, interamente ridipinta da 4-5 strati di colore e caratterizzata da un effetto “plastificato dovuto ad uno spesso strato di vernice recente, la quale conferiva alla scultura un pessimo effetto estetico. Le parti in argento risultavano annerite a causa dell’ossidazione del metallo.

Le braccia del Santo erano staccate dal corpo e anche tutte le dita della mano sinistra che reggeva il bastone, erano staccate dalla mano. Dopo la rimozione degli strati di ridipinture, è emersa la gravità dell’attacco degli insetti Xilofagi (tarli) su tutta la base, sui piedi, gambe e parte destra del mantello, ove si evidenziava una parte dello stesso mancante a causa del degrado ; questo aveva compromesso seriamente la staticità dell’opera, infatti alcune parti della scultura erano ridotte ad uno stato “spugnoso”. Numerosi fori di sfarfallamento degli insetti, indicavano la loro presenza anche in altre parti della scultura, su tutta la parte posteriore del mantello, il volto e tutta la testa.    

Si riscontravano sollevamenti localizzati di pellicola pittorica , in diversi punti della superficie

La base era ridipinta con alcuni strati di porporina e completamente sconnessa e degradata a causa dell’infestazione dei tarli, non più idonea ad assolvere alla sua funzione. Su questa vi erano 4 fori a testimonianza che in passato la statua doveva essere processionale.

Intervento di restauro

Prima di intraprendere le operazioni di restauro, la scultura è stata sottoposta ad una attenta verifica per conoscere le problematiche conservative e le cause del suo degrado. Sono stati effettuati una serie di saggi stratigrafici in diversi punti della superficie per individuare le cromie originali sotto gli strati di ridipinture. Detti saggi, condotti mediante mezzi meccanici (bisturi) e miscela di solventi chimici, hanno permesso di comprendere la sequenza temporale dei rifacimenti a cui la scultura è stata sottoposta .

Per quanto riguarda gli incarnati ed il mantello, è stato possibile recuperare l’edizione cromatica originaria, mentre per il vestito non è stato possibile in quanto la cromia originaria (Azzurra) risultava molto frammentaria.

A conclusione della pulitura, è stato possibile osservare la gravità dello stato di conservazione in cui versava l’opera; specialmente nella parte bassa, ma anche sul volto e capelli sono venuti alla luce tutti i fori di sfarfallamento dei tarli, dovuti ad una infestazione avvenuta in passato e non visibile in quanto gli strati di colore sovrapposti e alcune stuccature l’avevano occultata .

La parte destra del mantello ormai ridotta ad una “Spugna”, è stata staccata dal resto della scultura (essendo già un blocco a parte) e disinfestata mediante iniezioni di sostanza antitarlo a base di Permetrina (Perxil 10), stessa sostanza è stata usata per iniezioni in altre zone della superficie attaccate dai tarli.

Successivamente , attraverso gli stessi fori di sfarfallamento è stato iniettato consolidante costituito da resina Paraloid B72 in Acetone a diverse concentrazioni ; mentre per i sollevamenti della pellicola pittorica sono state eseguite delle microiniezioni di resina acrilica in emulsione acquosa al 15-20% (Acril 33). L’aggancio del blocco ligneo della porzione di mantello, dopo essere stato consolidato è stato ricollocato alla sua sede mediante incollaggio con resina epossidica bicomponente (Araldite) e viti di rinforzo

Sono seguite le stuccature delle lacune con gesso di Bologna e colla.

Per quanto riguarda la base, questa era per buona parte stata danneggiata gravemente dall’attacco degli Xilofagi, per cui è stato necessario sostituire diversi pezzi lignei compreso le cornicette, le quali seppure di aspetto integro , all’interno erano ormai ridotte ad un accumulo di segatura; agli angoli interni della base inoltre sono stati aggiunti dei blocchi lignei di rinforzo.

L’integrazione pittorica è stata condotta con colori a vernice per restauro con tecnica delle “velature a corpo”. Una stesura di protettivo finale mediante vernice Mat Regalrez in Ragia minerale ha concluso le operazioni.

Tutte le operazioni prima-durante e dopo il restauro sono state con fotografie.

POTENZA lì 13/3/2017

                                                                                     Il Restauratore

Ultima modifica il Martedì, 22 Agosto 2017 14:43
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