Giovedì, 26 Maggio 2016 18:58

Nelle braccia della misericordia di Dio

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Immerso costantemente in Dio, P. Pio si apre ai fratelli per comunicare la ricchezza divina che gli riempie il cuore e per mettersi a completa disposizione di tutti. Vuole che ogni cammino di fede sia una continua conversione, alla cui base ci devono essere “scelte radicali, definitive, durature”.

“Accompagno tutti i miei penitenti come se diventassi la loro ombra.

E anch’io sento tanta gioia nel cuore e ringrazio Dio nel mio intimo.

Dopo che ho rilevato nel comportamento del penitente i segni della vera penitenza, non solo non posso più negare l’assoluzione, ma la do con grande piacere.

Ed è proprio da questo momento che mi sento in dovere di fare l’accompagnatore dell’anima, che mi è stata affidata dalla Vergine Santissima.

E per compiere questo dovere troverei il modo di scappare da una prigione senza porte e senza finestre - e anche di scappare dal paradiso sarei capace – finchè non riesco a riconsegnare queste anime alla Madonna, dalla quale con un patto le ho ricevute in consegna.

Lei mi accompagna nel confessionale, per mettermi a disposizione dei fratelli e mi mostra, coperte dal velo della sua pietà, le anime innumerevoli in attesa di un’assoluzione distruttrice di ogni male e creatrice di ogni bene”.

P. Pio ammoniva con forza i peccatori ad allontanarsi dalla via del male, ma li esortava anche a fidare sempre nella bontà del Padre celeste, ricco di misericordia e di perdono.

“Mai dire a Dio: - Ho peccato, merito il tuo castigo - ma piuttosto: - Signore, ho peccato, ma tu usami misericordia. -

Bisogna avere timore, ma un timore confidente. Ricordalo.

Dio è amore. Noi non siamo capaci di nulla, dobbiamo quindi affidarci a Dio come bambini e avere confidenza in lui. Quando non ce la facciamo dobbiamo dire :- Stendimi la mano-. Siamo poveri peccatori.

Cerchiamo perciò di vivere alla presenza di Dio nell’umiltà più profonda.

Sì, il Signore ci vuole umili.

Tutti pensano a un Dio giudice e non amoroso. Se noi ci umiliamo, il Signore ci apre le braccia.

Noi conosciamo le grandi misericordie divine. Vivere è misericordia di Dio. Respirare è misericordia di Dio.

Parlare è misericordia di Dio.

Intendere è misericordia di Dio.

E potremmo continuare nell’elenco. Ora come potremmo dire di aver corrisposto a tutte queste misericordie?

Sì, ci dobbiamo tuffare nella misericordia divina, ma questo tuffarci nella bontà di Dio non è senza responsabilità.

Quando ci mettiamo come peccatori innanzi a Dio, dobbiamo avere nello stesso tempo amore e timore: sono due virtù che devono andare di pari passo. Il troppo amore può nuocere, portandoci all’abuso, il troppo timore ci potrebbe allontanare da Lui”.

Ultima modifica il Venerdì, 03 Giugno 2016 06:56
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