Lunedì, 25 Aprile 2016 06:52

I beni celesti

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Padre Pio esorta a tendere ai beni celesti e, incoraggiando con fede i suoi figli

“Decliniamo lo sguardo da quei beni che si vedono, intendo parlare dei beni terreni, giacchè la loro vista rapisce, distrae l’anima e adultera i nostri cuori; essi fanno sì che il nostro sguardo non sia rivolto alla patria celeste.

Ascoltiamo ciò che il Signore ci dice per bocca del suo apostolo Paolo:

– non miriamo noi quelle cose che si vedono, ma miriamo quelle che non si vedono - .

Ed è giusto che noi contempliamo i beni celesti, non curandoci dei terreni, poiché quelli sono eterni, questi sono transitori.

Che diremmo noi se ci arrestassimo di fronte a un povero villano, che se ne stesse quasi attonito a contemplare un fiume che corre con somma velocità?

Forse noi ci metteremmo a ridere e ne avremmo ragione.

Non è una follia arrestare lo sguardo su ciò che rapidamente passa?

Tale è dunque lo stato di colui che arresta lo sguardo sui beni visibili. Infatti cosa sono essi nella loro realtà?

Sono forse dissimili da un rapido fiume, sulle cui acque non si è ancora posato l’occhio che già ci sfuggono dalla vista per non farsi più rivedere?

Lasciamo a chi per sua disgrazia è privo di fede, lasciamo, a chi per sua sventura non sa più discernere il prezioso dal vile, il desiderio, l’amore dei beni terreni e sensibili; e noi che, per bontà dell’altissimo Iddio, siamo stati chiamati a regnare con lo Sposo divino, noi, a cui chiara e lucida balena la vera luce di Dio, fissiamo costantemente il nostro sguardo negli splendori della Gerusalemme celeste.

Il considerare i tanti beni, che colà si posseggono, sia il dolce pascolo dei nostri pensieri; e dalla mente innamorata di quelle eterne delizie si accenderanno per esse i più gagliardi affetti del cuore.

Ci rianimi il consolante pensiero che, dopo asceso il Calvario, si ascenderà ancora più alto, senza nostro sforzo; si ascenderà al monte santo di Dio, alla Gerusalemme celeste.

Ascendiamo, senza mai stancarci, il Calvario, carichi della croce e teniamo per fermo che la nostra ascensione ci condurrà alla celeste visione del nostro dolcissimo Salvatore.

Quanto sono beate le potenze dell’anima nostra, allorchè ubbidiscono a un re sì saggio! Egli non permette che vi abitino i gravi peccati né l’affetto ai più leggeri, per renderla sempre più degna e più adatta a rientrare nella Gerusalemme celeste per l’edificazione del mistico edificio.

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