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Giovedì, 05 Marzo 2015 10:17

Sulla scelta del padrino e della madrina

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Spesso ci si trova di fronte a situazioni che risultano essere ampiamente imbarazzanti sia per il prete sia per le persone che, senza essere compatibili, vengono scelti per il compito di padrino o madrina. 

A volte pare proprio che si sia smarrito il senso della funzione del padrino. Sia perchè nessuno si permette più di delinearne il ruolo e l'importanza tanto da configurarlo pù che altro come un soprammobile per il giorno della cresima; sia perchè nell'immaginario comune sta prendendo il sopravvento l'idea di sancire in modo visibile un'alleanza strategica senza alcuna valenza religiosa tra un grande e un piccolo. E il vuoto di valori che questa alleanza porta in sè ha reso praticamente questa pratica come una specie di affiliazione o di protettorato tra una persona matura e un principiante. Così il politico di turno o il delinquente di turno o il potente di turno o la star di turno fanno sfoggio della loro autorevolezza e della loro influenza ostentando il gran numero di "comparielli": tutti usa e getta!

Nella Chiesa le cose stanno però diversamente.

La figura del padrino o della madrina ricopre un significato preciso nel contesto della celebrazione dei Sacramenti del Battesimo e della Cresima.

Il parroco è responsabile del rispetto preciso delle norme indicate dalla Chiesa, la quale attribuisce al padrino o madrina un significato importante ed esigente.

La scelta del padrino spetta al cresimando o ai genitori o a chi ne fa le veci (can. 874 § 1,1). È opportuno che il padrino della cresima sia lo stesso del battesimo (o meglio, uno dei padrini del battesimo, se come accade di solito, vi furono un padrino e una madrina). La persona prescelta dovrà avere compiuto i sedici anni di età (can. 874 § 1,2).

Il can. 874 § 1,3 prescrive che il padrino sia cattolico, abbia già ricevuto la Confermazione e l’Eucaristia e conduca una vita conforme alla fede e al compito che si assume. La natura stessa del compito del padrino esige che nella scelta si seguano non tanto criteri di parentela, di amicizia, di opportunità sociale o di simpatia, ma di esemplarità nella vita cristiana, tenendo conto che il padrino di per sé non rappresenta la famiglia, ma la comunità cristiana che sostiene l’impegno educativo della famiglia.

Quante volte si scelgono padrini/madrine che non solo non svolgeranno mai il ruolo delicatissimo a cui sono chiamati e a cui solennemente si impegnano di fronte a Dio e alla Chiesa, ma che spesso danno testimonianza contraria e non di rado trascinano il figlioccio lontano dalla vita di fede, fregiandosi di questo come un merito.

Affideremo mai la nostra salute a un medico che non ci cura? O affideremo i nostri risparmi a una banca che li disperdesse? Eppure quando si tratta della fede dei ragazzi, il loro bene più prezioso, sembra che tutto ci interessi eccetto il motivo fondamentale per cui gli si da un padrino/madrina. Affidiamo la salute spirituale del ragazzo e il patrimonio dei suoi valori della fede a chi li tratterà, nel migliore dei casi, con superficialità, se non addirittura con disprezzo. Spesso si affida il ragazzo a un padrino/madrina che non ha né l’intenzione, né l’attitudine per esserlo.

Interessa così poco che il padrino sia guida ed esempio nella vita di fede che più di una volta si tenta di imporre (qualche volta a muso duro e qualche volta anche con la menzogna) un padrino o una madrina totalmente inadatti e privi dei requisiti per svolgere questo ruolo.

E’ allora opportuno scegliere una persona la cui vita sia coerente con la pienezza di testimonianza che deve dare al ragazzo. Tra i compiti preminenti dei genitori vi è quello di aiutare i ragazzi a fare una scelta conforme alla vita di fede annunciata e praticata, in totale armonia col sacramento che si riceve.

Pertanto, quando si scegli un padrino/madrina, si dovrà trattare di un cristiano che partecipa con regolarità all’Eucaristia domenicale e alla vita della parrocchia, in modo da essere di esempio al ragazzo e di poterlo incoraggiare e sostenere a diventare lui stesso membro attivo della comunità cristiana.

Alla luce di questi criteri non possono svolgere il compito di padrini coloro che si trovano in situazioni matrimoniali irregolari (conviventi di fatto, cattolici sposati solo civilmente, divorziati risposati cf. CEI; Direttorio di pastorale familiare n. 218): tali situazioni, infatti, al di là delle disposizioni soggettive dei singoli, impediscono oggettivamente quella pienezza di testimonianza cristiana che il compito di padrino esige.

Le famiglie dei ragazzi che si preparano alla Cresima o al Battesimo abbiano ben presenti i criteri per scegliere il padrino e i requisiti che questi deve avere, in modo da evitare spiacevoli sorprese dell’ultimo momento, quando già le famiglie hanno fatto la loro scelta.

Da quest’anno, prima del conferimento del sacramento della cresima si terranno in parrocchia due incontri con i candidati padrini e uno insieme con i cresimandi. Il tutto al fine di offrire elementi per una scelta consapevole e responsabile. Certo, mi piace ancora credere nella coerenza e nella capacità di mettere al bando la facciatosta. Si può imbrogliare la Chiesa e il prete, ma la coscienza e il buon Dio non meritano di essere banalizzati.

Allego la lettera che ricevono i cresimandi e le loro famiglie in questi giorni

Ultima modifica il Sabato, 27 Agosto 2016 14:34
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