Lunedì, 02 Febbraio 2015 22:36

Indicazioni liturgiche e pastorali per le esequie

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Tutti sappiamo che l’evento della morte, oggi, è vissuto in modi diversi dai parenti dei defunti e dalle comunità cristiane. Accanto a situazioni che interrogano e spesso lasciano costernata una comunità, ci sono situazioni dove l’esperienza della morte passa quasi inosservata.

Spesso i funerali diventano quasi un atto dovuto, più che una celebrazione con motivazioni spirituali e di fede.

A volte il modo di vivere i funerali sembra quasi negare quella fratellanza che dovrebbe essere niente altro che la coscienza serena dell’essere tutti figli amati dallo stesso Padre con la stessa passione.

 

 

In tante persone si sta affievolendo la fede nella sopravvivenza dopo la morte e in qualche altra si fa strada l’idea, mediata dalla religiosità orientale, della morte come possibilità di “ricominciare” una nuova vita. La morte stessa fa paura e si cerca di esorcizzarla creando un clima di reticenza intorno al morente.

Per una comunità di fede, che crede in Gesù Cristo e progetta su Gesù Cristo la vita e la storia, vivere la morte diventa una testimonianza significata soprattutto con la partecipazione alla celebrazione esequiale.

Per tutti questi motivi sembra necessaria un’opera d’evangelizzazione sul problema della morte che aiuti i credenti a leggere nella fede cristiana questa realtà.

In attesa del nuovo Rito delle esequie e di indicazioni diocesane a riguardo, come comunità parrocchiale vogliamo darci degli orientamenti al fine di:

* evitare difformità che a volte provocano disorientamento tra i fedeli;

* configurare in forma definitiva tradizioni che finora sono state seguite in maniera non uniforme;

* favorire la partecipazione unanime dei fedeli;

* favorire il decoro della celebrazione stessa.

 

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1. Le Esequie cristiane siano richieste al Parroco direttamente dalla famiglia o dai congiunti più prossimi, e non dall’Agenzia funebre.

2. Spetta ai familiari, e non alle Onoranze Funebri, concordare con il parroco, l’orario e le modalità delle Esequie, dei trigesimi, degli anniversari dei defunti.

3. Se vi sono vincoli di amicizia o di qualsiasi altra natura con altri sacerdoti, questi ultimi possono sostituire il parroco nella celebrazione delle esequie; rimane fermo il principio di informare il parroco.

4. Da parte dell’Agenzia si deve assolutamente evitare l’usanza di proporre ai parenti del defunto solisti o organisti per la celebrazione delle Esequie.

5. I familiari, se lo ritengono opportuno, possono consegnare un’offerta per le opere di carità alla Parrocchia secondo la consuetudine. In materia economica resta esclusa qualsiasi competenza dell’Agenzia nei confronti della Parrocchia.

6. In chiesa i responsabili delle Agenzie funebri si astengano da qualsiasi indicazione di ordine liturgico o logistico sino alla conclusione del rito, ovvero alla conclusione del canto finale. La chiesa è il luogo di culto della parrocchia e non una pertinenza delle Onoranze funebri.

7. Per l’annuncio della morte è bene educare i cristiani ad usare espressioni rispondenti alla nostra fede; parole capaci di mettere in evidenza, insieme al dolore, anche la speranza cristiana nella resurrezione.

8. Per quanto riguarda i manifesti della morte: si ribadisce l’inopportunità di stampare sui manifesti le immagini della Madonna o dei Santi o dei Servi di Dio perché è Cristo che ci ha salvati dalla morte ed è a Lui che affidiamo la persona defunta.

9. La messa esequiale viene considerata dalla comunità come la celebrazione quotidiana della mensa eucaristica; la messa esequiale quindi sostituisce la messa quotidiana della comunità, eccezion fatta per le novene, i tridui e le messe festive.

10. Per quanto attiene l’orario si propone ai familiari di scegliere sempre durante il periodo invernale o la celebrazione al mattino alle ore 10,30 o al pomeriggio alle ore 15,00; nel periodo estivo si propone la celebrazione alle 10,30 o alle 16,30. Nelle domeniche e nei giorni di festa consentiti dalle norme liturgiche, i funerail preferibilmente saranno sempre celebrati nel pomeriggio con il conseguente annullamento della messa vespertina. Eventuali situazioni eccezionali saranno sempre prese in debita considerazione.

11. Particolare attenzione deve essere data ai segni liturgici:

a. Nella celebrazione delle esequie si pone a capo del feretro solo il Cero pasquale, simbolo del Signore Risorto (cfr. Rito delle Esequie, n. 59).

b. Sul feretro, non ricoperto da alcuna coltre funebre, si può porre la Bibbia o l’Evangeliario, segno della Parola di vita e della Resurrezione (cfr. Rito delle Esequie, n. 59).

c. Le corone di fiori vanno lasciate fuori della Chiesa (cfr. Rito delle Esequie, n. 59), mentre è possibile deporre sulla bara o accanto ad essa il classico “Copri cassa” .

d. L’aspersione e l’incensazione, richiamo del battesimo e segno del rispetto per il corpo di un cristiano che è stato tempio dello Spirito Santo, sono gesti di congedo della comunità cristiana e sono obbligatori (cfr. Rito delle Esequie, n. 75).

12. Nella Messa esequiale si tenga una breve omelia che deve evitare la forma e lo stile dell’elogio funebre (cfr. Rito delle Esequie, n. 63; Ordinamento Generale del Messale Romano, n. 382). Deve essere soprattutto la Parola di Dio a proclamare il Mistero pasquale realizzato nel defunto, a donare la speranza di incontrarlo ancora nel Regno di Dio, a ravvivare la pietà e ad aprire alla testimonianza (cfr. Rito delle Esequie, n. 11). Tuttavia, è possibile ricordare con sobrietà la vita del defunto, soprattutto in relazione alla vita cristiana (cfr. n.12 di queste Norme).

13. È opportuno tenere la Preghiera dei fedeli che non deve limitarsi a pregare per il solo defunto, ma deve abbracciare tutte le realtà ecclesiali e sociali. Nel caso in cui le invocazioni vengano preparate da parenti o da amici, il celebrante, prima della celebrazione delle Esequie, deve conoscerle, correggerle ed ordinarle in modo corretto secondo le norme liturgiche.

14. Per quanto riguarda i canti è opportuno eseguire i più comuni, che dovrebbero rispondere, per contenuto, alla fede professata. Si deve comunque evitare di escludere l’assemblea dalla partecipazione piena all’Eucarestia.

15. Le indicazioni qui offerte hanno una validità ad experimentum sino al 20 giugno 2011. Il Gruppo Liturgico insieme con il parroco si riserva di apportare tutte le eventuali modifiche che si rendessero necessarie.

 

 

Oppido Lucano, 25 gennaio 2010

 

 

 

 

 

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