Sabato, 17 Gennaio 2015 21:57

Lettera di san Pietro ai giovani

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Lettera di san Pietro ai giovani in occasione della celebrazione sulla tomba dell'Apostolo nelle grotte vaticane

Carissimi giovani di Oppido Lucano

Scusatemi se vi scrivo … Non spaventatevi! Non mi siete estranei: so i vostri nomi, anche quelli che utilizzavano i vostri parenti quando eravate piccoli, persino quelli che aleggiavano nella mente delle vostre mamme quando non eravate ancora nati. Vi conosco da sempre e vi voglio un sacco di bene. Continuo a vedervi sempre piccoli davanti a me e perciò mi fate tenerezza! Eravate un po’ assenti durante la celebrazione, preoccupati delle tante cose da fare nella giornata, alcuni hanno fatto finta di non vedermi, per altri ero troppo lontano, estraneo. Non preoccupatevi. Non guardo gli episodi! Contemplo la totalità del cuore: e voi siete meravigliosi. Stamattina ero proprio contento e non potevo non riferirvelo! Forse solo i vostri genitori possono capire il mio stato d’animo. Non potete immaginare quante volte dentro hanno pianto di gioia per voi e quanti baci vi sono stati dati a vostra insaputa… tanto siete preziosi!

Vi dico quindi prima di tutto la mia profonda gratitudine per il tempo dedicatomi; porterò sempre dentro di me il ricordo della vostra venuta qui a Roma il 19 dicembre 2007.

Avete voluto far memoria del mio primo incontro con Gesù di Nazareth lungo le rive del lago di Galilea, così come è narrato dal mio carissimo Luca nel suo vangelo al capitolo 5. Quanto vi è stato detto non è tutto quello che ho vissuto personalmente. Mi capirete meglio lungo il corso degli anni. Cristo mi ha voluto bene gratuitamente, prescindendo dai miei limiti e dai miei difetti, prescindendo dai miei peccati e dalla mia testardaggine. Lui si è fidato quando nessuno avrebbe mai scommesso nulla su di me. Non valevo niente, credetemi! Mi arrangiavo alla men peggio, vivacchiavo per tirare i giorni, mi accontentavo del mio poco impegno. E Lui invece ha posato il suo sguardo su di me. Inizialmente mi ha fatto piacere: ero diventato finalmente importante per qualcuno: era ora! Poi mi ha detto che aveva bisogno della mia barca: benissimo, anche le mie cose divenivano importanti! Quindi mi ha chiesto di tornare a lavorare: per la miseria! E’ entrato in punta di piedi, mi ha reso felice per un attimo, si è conquistata la mia simpatia perché mi aveva reso importante e infine mi ha comandato di tornare a pescare?! Voi non riuscite lontanamente a immaginare la doccia gelata di quelle parole! Dette da una persona dolcissima con quale scopo? Mettermi in ridicolo? Non si va a pescare di giorno e soprattutto dopo una notte sfortunata! Ero stanco e deluso: avevo faticato tutta la notte senza risultati! Già la gente di me non aveva un grande concetto; già dovevo combattere con mia moglie perché non riuscivo a renderla felice come desideravo; già dovevo affrontare lo sguardo truce di mia suocera che da dopo il matrimonio mi riteneva un poco di buono… se a questo avessi aggiunto anche la pazzia di dar retta alle parole di un incompetente avrei fatto tombola!

Non so cosa mi ha convinto, non so se ho riflettuto abbastanza: ma col cuore avevo deciso di fidarmi della persona che avevo di fronte. E’ stato un attimo di libertà totale vissuto con pienezza. Mi sono fidato, ho messo tutto me stesso nelle sue mani e non me ne sono mai più pentito. Da quel momento in poi mi ha educato, mi ha amato, mi ha fatto sentire a mio agio, mi ha rispettato, mi ha perdonato, mi ha coccolato, mi ha incoraggiato, mi ha caricato di fiducia anche dopo gravi errori.

Il mare è il geloso custode di tanti vostri segreti. Il mare di Galilea mi riporta con la mente immediatamente al primo e all’ultimo incontro con Gesù. Quella prima volta, dopo la pesca miracolosa ho fatto l’esperienza della completa mia povertà e inadeguatezza di fronte al Signore. Mi son sentito troppo piccolo, indegno di starGli davanti: son caduto in ginocchio sperando che si allontanasse e io restassi solo con me stesso per riprendermi e tornare alla mia quotidianità. Non potrò mai dimenticare quegli attimi! Il mio volto basso è stato preso tra le Sue mani e portato a incrociare il suo sguardo. A una certa età mi son sentito per la prima volta coccolato: venivo amato e basta, prescindendo dai miei difetti!

E l’ultima volta… dopo la Sua crocifissione, dopo il mio tradimento, dopo averlo pubblicamente rinnegato come amico e maestro, ancora lungo le rive del mare di Galilea, l’ho incontrato vivo! L’Unico in tutta la storia che è tornato vivo dalla morte! Mi aspettavo una di quelle lavate di testa inimmaginabili… invece sono stato nuovamente caricato di fiducia, davanti agli altri… ha fatto emergere il meglio di me quando ormai pensavo di essere definitivamente perduto…

No, lo sapete, non sono un pazzo, non sono un visionario. Gesù ha talmente colpito la mia sensibilità che alla fine non ho potuto resistergli e mi son lasciato vincere al punto tale da scommettere sulla mia capacità di imitarlo: era l’unico modo per dare un senso alla mia vita e per dimostrargli … che anch’io alla fine ho creduto nelle mie possibilità. Come è andata a finire lo sapete: e se parlate di cuore e di amore in un certo modo lo dovete anche un po’ a me e ai tanti che si son lasciati amare da Dio e hanno accettato la sfida di essere segni dell’amore di Dio nel tempo. Tutti indistintamente siamo chiamati a vivere l’amore, la capacità di perdersi per gli altri: è la sola realtà che rende la vita un’avventura meravigliosa!

Basta ora parlare del mio passato: la mia storia personale con Cristo è una pagina chiusa. Ora il libro lo si sta scrivendo con voi e vedo già delle cose straordinarie. Il buon Dio sta facendo nuove tutte le cose! Voi non ve ne accorgete. Ma lui lavora sempre e in modo originale e vi stupirà se solo saprete essere generosi nella disponibilità a fidarvi di Lui.

So che vi sto rubando un po’ di tempo… ma io sono contento della visita fattami. E mi piace parlare con voi!

Mi chiederete del mio lavoro. Francamente non faccio niente di quello che pensate! All’inizio pensavo di dover controllare, regolare il traffico, mettere ordine. Macchè! Non ci sono porte da aprire: è tutto spalancato. Ci entrano tutti. E quando mi sono permesso, poche volte in verità, di fare osservazioni o di chiedere i documenti a qualcuno ho sempre rimediato figuracce! Il Principale accoglie tutti con una cordialità che va al di là di ogni immaginazione: con ogni anima è come se si conoscessero dall’eternità! Per non parlare di quelli che si presentano accompagnati da qualcuno già residente: raccomandati.? dicono di essere amici, di conoscersi già e che devo fare, intromettermi? Un caso mi ha fatto capire le coordinate del cuore del mio Signore: si è presentata la faccia tosta di un’anima che tanto fastidio aveva dato al suo angelo custode – più volte era salito qui per rassegnare le dimissioni…-: ero sicuro del foglio di via! Niente! Se avessi immediatamente obbiettato qualcosa avrei rotto l’idillio che si leggeva sugli occhi di Dio. Ho comunque indagato e mi è stato riferito che per quell’anima si erano impegnati gli ultrà, quelli che pregano continuamente perché le tracce di amore seminate nel cuore di ogni persona possano alla fine trovare la forza di prendere il sopravvento. E’ un gruppo strano, sono i più seri e i più allegri! Sono entrato a farne parte pure io perché festeggiano in continuazione: mi dicono che non hanno perso una battaglia! Va bene, ma troppe cose che ve le dico a fare? Tutto sarà vostro!

Sono rimasto contento del fatto che avete gustato il clima natalizio di Roma. Aspettate il Natale… anche per le vacanze: ed è giusto! Non voglio angosciarvi con un’altra predica. Cercate però solo di ricordarvi che il festeggiato è Gesù, che nasce povero, e chiedetevi se siete anche voi capaci di riconoscerlo e adorarlo. Portate a compimento tutti i progetti che avete per il Natale. Divertitevi, gioite, siate contagiosi nell’allegria: ma non dimenticate i poveri e i sofferenti! Se possibile, senza squilli di tromba, nel segreto, fate un gesto di carità: date ai poveri, per meritare di ricevere da Cristo!

Lo so che andate di fretta, che mi volete lasciare. Calma, non agitatevi troppo! Inquieti sì, ma non irrequieti… avete già una certa età! Vi voglio confidare un desiderio. Non oso consigliarvi. Avete già troppi consiglieri nella vostra vita. Se mi fosse data la possibilità non esiterei un attimo a togliere dalla vostra esistenza tutte le giornate di aridità e di sofferenza, ma forse vi priverei della gioia di costruirvi nella libertà che deriva dal seguire Cristo con la totalità del cuore. E chi ama, soffre: credetemi! Dicevo del mio desiderio. Come vorrei foste fieri di voi stessi!

Guardate bene dentro di voi. Vi trovate il sogno dell'amore, la voglia di amicizia sincera, la speranza di rendere la vita più bella e piacevole, il desiderio di saper aiutare chi soffre.

Il vostro cuore è più ricco di quanto possa apparire; è più sensibile di quanto si possa immaginare; è ispiratore di energie insperate; è miniera di potenzialità spesso poco conosciute o soffocate dalla poca stima di voi stessi, dalla frustrante convinzione che "tanto è impossibile cambiare qualcosa… tanto non ce la faccio!"

Spesso, nei momenti di solitudine, vi capita di interrogarvi sui risultati della vostra capacità di amare. Magari rimanete male nel constatare tante defezioni, freddezze, tradimenti. Vi prego in ginocchio: non ragionate così! Chiedetevi soltanto di quante persone voi siete amici! E quando farete l'esperienza di far sbocciare un sorriso, accendere una speranza nella vita degli altri, v’accorgerete che anche nella vostra vita ci sarà più luce, più senso, più gioia.

Questo significa essere giovani. Questo è il desiderio che ogni giorno porto davanti all’altare di Dio, che è giovane come voi!

Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo

Ultima modifica il Lunedì, 19 Gennaio 2015 22:14
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